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La sfida di Zavattini contro la Terra

[FUMETTI]

Zavattini non ha mai rinunciato ad una sfida. Nel corso della sua feconda vita professionale ha assaggiato ogni modalità di espressione, traendo ossigeno dallo stesso sperimentalismo. Come una vulcanica sostanza malleabile ha indossato di volta in volta gli abiti dello scrittore, del giornalista, del soggettista e del pittore. Amava infatti tuffarsi a capofitto nei progetti, anche quando l’esperienza a cui andava incontro(correndo come al suo solito) si allontanava dalle forme di cultura standardizzate.


Sfogliando la sua carriera è impossibile non ricordare la feconda collaborazione con De Sica, un sodalizio professionale che partorì alcuni tra i capolavori del Neorealismo.
Tuttavia una delle più interessanti produzioni della sua fervida immaginazione non ha nulla a che vedere con il cinema. Nella seconda metà degli anni 30′ Zavattini, infatti, si accostò al mondo del fumetto e lo fece in punta di piedi, dapprima non firmando neppure i suoi lavori “per pudore discutibile di letterato”.

Una mostra allestita nella Sala espositiva della Cineteca di Bologna dal 27 novembre al 6 gennaio, ripercorre gli anni che Zavattini dedicò al fumetto attraverso memorie fotografiche, storie illustrate da alcuni dei maggiori disegnatori dell’epoca come Walter Molino e Kurt Caesar, ma anche riletture contemporanee. Un’intera sezione dell’esposizione è dedicata un idea zavattiniana trasformata in vignette dalla sceneggiatura di Pedrocchi ed i disegni di Scolari: Saturno contro la Terra. Uscito per la prima volta nel 1936 sulle pagine de ‘I tre porcellini’ e successivamente su ‘Topolino’ è di uno dei primi esempi di fumetti fantascientifici italiani nato sulla scia dell’esempio americano.

Protagonista è Rebo, lo spietato despota di Saturno, plasmato sul modello di Flash Gordon, che invano tenta ripetutamente di attaccare il nostro pianeta. Seppure l’instancabile mente di Zavattini abbia prodotto altre storie a fumetti, le vicende dell’imperatore saturniano rimangono l’emblema della sua incursione nel mondo delle vignette.
Per questo motivo l’itinerario proposto dalla mostra esplora, attraverso pannelli a colori ed in bianco e nero, pianeti lontani, si perde in cieli ultrastellari e navicelle spaziali quasi Rebo si imponesse come indiscusso protagonista. Lo stesso titolo Zavattini contro la Terra rievoca il fortunato fumetto.
L’esposizione tuttavia non è una statica memoria di disegni sfumati dal tempo, ma la tangibile testimonianza di un flusso di creatività ininterrotto. Due autori del fumetto italiano infatti, interpretano lo Zavattini soggettista cinematografico attraverso una lettura personale: Alessandro Tota adatta le sceneggiature di Miracolo a Milano e Diamo a tutti un cavallo a dondolo cogliendo i personaggi nel pieno dell’azione, e Marco Corona immagina uno Sciuscià dai tratti morbidi, i colori vivaci, immerso in un bagno di sole.
Il passato diviene così continua fonte di stimolo per il presente e dimostra che la sfida di Zavattini è ancora viva.

di Sofia Mattioli

 

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