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Due chiacchiere tra le nuvole

Prosegue al Teatro Sette di Roma la Rassegna Giovani “Ettore Petroliniâ” 2008. Dal 5 al 7 ottobre il palcoscenico ha assunto le chimeriche sembianze di un panorama olimpico con lo spettacolo “La Commedia…Divina”, scritto, diretto ed interpretato da Michela Cangi insieme a Barbara Russo, Fabrizio Ripesi, “Legna”, Ilaria Giambini, Alessandra Maccotta, Francesco Stella e Dario Latini: in una parola la Compagnia Tetrahedrum.
Tra nuvole di cotone e veli eterei abbiamo incontrato per voi Michela Cangi…


Michela, tu firmi sia la regia che la drammaturgia di questo spettacolo. Cosa spinge una compagnia tanto giovane alla coraggiosa scelta di cimentarsi in un’opera inedita?
Il testo – e soprattutto l’idea di portarlo alla rassegna è nato come una scommessa. L’abbiamo inviato senza pensare seriamente di essere selezionati… E’ stata una sorpresa anche per noi! Pur amando moltissimo i classici credo che proporre qualcosa di proprio sia un’occasione per esprimersi con maggiore libertà, anche se ovviamente espone a grandi rischi!

La Commedia… Divina” ha esordito l’anno scorso al Teatro Petrolini di Roma e viene presentata oggi nella sua seconda edizione. Che cosa è cambiato da quella prima esperienza?
Sono cambiate moltissime cose, perchè la scena è un esame fondamentale per rendersi conto di quello che funziona o meno di fronte al pubblico. Abbiamo sostituito molti attori, aggiunto un numero musicale ed addirittura tagliato un personaggio. Lo spettacolo è cresciuto insieme a noi. Quello che presentiamo oggi è un testo aperto, ad una prima lettura risulta leggero, fatto per sorridere, ma dietro l’umorismo nasconde chiavi di lettura più serie, spunti su cui riflettere.

In effetti la trama racconta un episodio noto della mitologia greca, quella del pomo della discordia, ma ne immagina sviluppi originali. Perchè questa rielaborazione?
Le divinità greche erano solite disporre del destino degli uomini per puro svago e questo racconto voleva segnare il momento della svolta, della riconquista da parte degli uomini del proprio libero arbitrio. Inizialmente c’era un personaggio che esponeva esplicitamente questa morale ma è stato eliminato perchè dava allo spettacolo un’aura filosofica che mal si accordava con lo spirito comico della rassegna. E poi, come dicevo, mi piaceva l’idea che il finale potesse restare aperto a più interpretazioni.

A proposito di comico, il vostro spettacolo dimostra che il teatro non è necessariamente un tempio elitario per accademici esistenzialisti ma può e deve essere un’esperienza soprattutto divertente. Secondo te, oggi, è possibile riconquistare il grande pubblico senza ricorrere ai formati dell’intrattenimento televisivo?
Teatro e televisione sono due mondi separati che si riferiscono a pubblici diversi e devono necessariamente comunicare attraverso differenti linguaggi. Io nutro un profondo rispetto per il teatro classico e cerco di lavorare sulle sue peculiarità . Ovviamente per una compagnia esordiente è particolarmente difficile acquisire visibilità ma il nostro è un lavoro che, nonostante i sacrifici, vive dell’entusiasmo di tutti e non potrei essere più soddisfatta dei risultati ottenuti.

Oltre agli impegni teatrali la Compagnia Tetrahedrum è protagonista di eventi interattivi molto originali, le Cene Spettacolo. Vuoi spiegarci di che cosa si tratta?
La Cena Spettacolo è un’esperienza molto diversa da quella teatrale perchè crea un rapporto immediato con il pubblico, più vicino al cabaret che alla rappresentazione vera e propria. L’atmosfera è fortemente goliardica, viene proposto un repertorio interamente comico a spettatori che, mentre mangiano, si trovano direttamente coinvolti nel mondo della finzione. Tra una portata e l’altra gli attori-camerieri interpretano il proprio ruolo a partire da un canovaccio, poi iniziano a giocare con gli spettatori instaurando una relazione bellissima, oltre che divertente, che conduce ogni sera a risultati imprevedibili.

Prima di lasciarti, Michela, la domanda di rito: quali sono i prossimi appuntamenti con la Compagnia Tetrahedrum?
Dal 12 al 25 gennaio saremo al Teatro Agorà con un altro testo scritto da me e dal Dott. Gaetano Giordano (coautore), “Tutta colpa della Calabaza”, una commedia contemporanea sempre all’insegna dell’umorismo, anche se dai toni completamente diversi. In primavera, invece, realizzeremo una commedia scritta da Ilaria Giambini che coinvolgerà gran parte della compagnia, ma è un progetto ancora in via di definizione. A questi appuntamenti certamente se ne aggiungeranno altri, molti dei quali nascono in itinere, semplicemente dalla grandissima voglia di fare che caratterizza lo spirito della compagnia. Non resisteremmo troppo tempo lontani dalla scena! 

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