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Vi presento il Nuovo Circo Romano…

Il 3 giugno scorso presso il Circolo degli Artisti la “Scuola Romana di Circo” ha presentato il suo primo spettacolo di Nouveau Cirque: giocoleria, musica, gag comiche e acrobatica. Finora in Italia le scuole di circo erano solo due (la “Flick” e la “Vertigo”), entrambe a Torino, ma finalmente è nata anche una realtà romana dal sogno degli artisti di strada della Capitale e lo show presentato è stato il coronamento del primo anno di corso. Uno spettacolo di due ore che ha unito svariate tecniche circensi al divertimento.

Dalla giocoleria con palline, clave, cappelli e cellulari, in uno scambio vorticoso fra gli artisti (il passing), all’equilibrismo su filo teso e corda, alternando buffe storie d’amore acrobatiche, scene di mimo a “danzatrici aeree” su trapezi e tessuti. Questo è il nuovo circo, reso celebre in Francia ed Europa dal famoso “Cirque du Soleil” e il fantastico “Cirque Èloize”, che fonde assieme tutte le differenti abilità rimescolandole in uno spettacolo che non sia il semplice susseguirsi di numeri ed esibizioni, a cui siamo abituati, ma una storia in cui la bravura degli artisti sia il pretesto per narrarla.
Il nuovo circo è ormai una tipologia di spettacolo, una rielaborazione delle arti circensi con un passo verso il teatro. Quello a cui si mira è creare una vera e propria drammaturgia, da raccontare con gli strumenti del corpo e della giocoleria prima ancora che con la voce. Uno spettacolo di teatro improprio o forse un improprio spettacolo di cirico.

Una nuova tendenza, questa, che ci siamo fatti raccontare dal docente di Storia del Teatro all’Università La Sapienza, nonché maestro nella Scuola Romana di Circo, Leonardo Angelini, invitato alla serata per presentare il suo libro L’attore-giocoliere da Enrico Rastelli al nuovo circo (edito da “Unmondoaparte”): “Il nuovo circo consiste nel teatralizzare o spettacolarizzare la giocoleria. Ciò consiste nel rendere l’artista un attore, un ballerino, un acrobata, per poter meglio ricoprire le necessità di uno spettacolo totale; la sua preparazione deve portarlo ad una conoscenza tout-court delle proprie capacità espressive… la giocoleria tecnica (pura e semplice n.d.r.) può annoiare chi non è un appassionato e d’altronde il teatro sta vivendo un blocco, poche le novità presentate a fronte di una grande offerta…”.

Un attore come lo descrive lei è qualcosa di simile a come vogliamo immaginare i commedianti dell’accademia italiana del ‘600. C’è un filo conduttore?
Sicuramente possiamo trovare delle similitudini, anche lì l’artista era un guitto “tutto-fare” e grazie alle proprie qualità poteva improvvisare in favore di un qualsiasi pubblico. C’è un antenato del nuovo circo in quel teatro, e molti degli artisti che lo compongono sono artisti di strada, odierni giullari.

Il circo tenta una riabilitazione rispetto al ruolo secondario della giocoleria rispetto al teatro?
Il teatro è un ambiente chiuso e autoreferenziale, per questo stenta ad aprirsi a questa nuova tendenza, e ad accettare questa naturale evoluzione del circo, che sicuramente rappresenta qualcosa di molto più accessibile al pubblico di molte opere inscenate nelle nostre sale. Un esempio è la compagnia francese del ospitata solo dal teatro Eliseo, perché privato, oppure l’Auditorium con il festival unico evento nel suo genere, ma con un pubblico numerosissimo.

Nel Sessanta e Settanta si è sviluppato il Terzo teatro, quello di Grotowsky e Barba con l’Odin Teatret, che ha trasformato moltissimo il lavoro di preparazione dell’attore. Anche in questo caso la preparazione prevedeva una complessità di tecniche, e molte di queste idee sono approdate, non solo in Italia, ad un teatro di strada, lo stesso Eugenio Barba ha composto numerose “parate” utilizzando trampoli e strumenti musicali con la propria compagnia. Anche qui troviamo un precedente del nouveau cirque?
Questo tipo di teatro ha preso una strada del tutto autonoma, è stato importante per le innovazioni apportate, ma è stato un fenomeno molto accademico, di studio; discostandosi dal teatro canonico ha creato un filone che possiamo dire di nicchia, amato da una stretta cerchia di appassionati e che seppure ha toccato tratti omnicomprensivi delle varie tecniche performative è spesso approdato ad un significato diverso dello spettacolo, ha creato una storia alternativa seppure agganciata all’evoluzione delle arti sceniche europee attuali.

… e in Italia?
In Italia il numero delle scuole di circo la dice lunga sulla diffusione della giocoleria, che deve la propria diffusione alle convention, dove il valore dello scambio e dell’incontro umano è forte, forse principale, e sono questi eventi che diffonderanno il nuovo circo, come nuova forma di spettacolo. La recente convention in Brianza ha ospitato numerosi artisti interessanti.

Il mondo circense del tendone colorato e degli animali addestrati è alla svolta e noi siamo curiosi di vedere quale sarà la forma di questa seconda pelle, una pelle che avrà sempre il naso rosso da clown.

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