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Il passato ed il futuro: Emanuele degli Eva Mon Amour

Dopo un concerto che dopo un lungo silenzio sancisce il ritorno sulle scene del suo gruppo, siamo riusciti ad intervistare Emanuele Colandrea, cantante e chitarrista degli Eva Mon Amour (ex Cappello a Cilindro).Gli abbiamo chiesto dei recenti cambiamenti, delle aspettative future, della loro voglia di indipendenza che gridano più volte anche nel loro nuovo singolo indi, uscito lo scorso 15 maggio. Emanuele ci ha concesso una lunga intervista, durante la quale ha risposto con grande disponibilità a tutte le nostre domande …


Ciao Emanuele, innanzitutto complimenti per l’esibizione e per come ogni volta, qualsiasi sia il vostro genere, riuscite a trasmettere una grande energia al pubblico ….
Beh, dopo tutta questa assenza l’abbiamo accumulata per un po’! E siamo contenti se riusciamo a trasmetterla a prescindere da quale sia il nostro genere …

Oggi siete gli special guest della serata conclusiva di questa stagione, fra qualche giorno (il 22 giugno) vi esibirete all’Heineken Jammin’Festival. Un ottimo ritorno, dopo il periodo passato in sala di registrazione a lavorare al nuovo album. Come ti senti?
E’ vero, torniamo da una lunga assenza dovuta ad eventi che sono accaduti tra noi e che hanno portato all’allontanamento di alcuni componenti del gruppo. E’ dovuta anche, come hai già detto, alla lavorazione del nostro singolo indi. Tra l’altro ho subito un intervento alle corde vocali, da cui ora fortunatamente mi sono ripreso completamente, ma che mi ha causato un lungo periodo di convalescenza. Quindi mi sento soddisfatto del nostro ritorno sui palchi.

Il vostro singolo è registrato in presa diretta, in modo da non intaccare l’istintività dell’esecuzione. Negli ultimi tre anni avete all’attivo più di 200 esibizioni dal vivo. Come intendete e che importanza date alla dimensione live?
Il live è importantissimo. Noi siamo nati come un gruppo principalmente live, nel senso che la nostra forza stava nelle esibizioni dal vivo. Ci piace suonare dal vivo e per questo abbiamo cercato di riprodurre questo aspetto nelle ultime registrazioni.

In questi ultimi mesi sono cambiate molte cose: nome del gruppo, componenti, sound, strumentazione. A cosa è dovuta questa vostra scelta?
Per quanto riguarda i componenti, è stata una scelta imposta. Dovuta alla necessità di seguire strade diverse. Anche il cambio di strumentazione è dovuto a questo: non ce la sentivamo di rimpiazzare Augusto (Pallocca, NdR) e Simone (Nanni, NdR) al sax e alla tromba. Per noi loro erano due persone a cui tenevamo molto, non solo due strumenti. Quindi, con il loro addio, visto che per noi erano insostituibili, abbiamo deciso di cambiare totalmente strada. Il nome del gruppo, invece, già avevamo deciso di cambiarlo l’anno scorso, come anche il sound, che già negli ultimi lavori del 2007 si stava trasformando.

I critici hanno accostato i Cappello a Cilindro ai grandi cantautori italiani, alla musica da sagra in piazza, alla Bandabardò … Dovendo fare un nome, a chi ricondurreste il progetto “Eva Mon Amour”?
Non so, è una domanda difficile perché ci troviamo in un periodo di transizione, e per questo non sappiamo ancora dove “andremo a parare”. E’ vero che prima ascoltavamo molti cantautori italiani, e anche oggi abbiamo fatto una cover di De Gregori. Ma magari ora ascoltiamo più musica d’oltremanica. Se dovessimo comunque ricondurre gli “Eva Mon Amour” a un gruppo, questi sarebbero i “Cappello a Cilindro”.

“Cappello a Cilindro” ed “Eva Mon Amour”: due nomi suggestivi. Da cosa deriva questa scelta?
Il primo è nato quasi per caso … abbiamo sempre detto che non ci ricordiamo più perché l’abbiamo messo! Sicuramente molto perché rievoca determinati periodi storici che con i cappello a cilindro erano più inerenti… Eva Mon Amour invece deriva dal nostro pezzo “Senza niente addosso”, che poi è EVA abbreviato. Ma volevamo mettere soprattutto un nome che ci piacesse musicalmente, che ci suonasse bene e che ci avesse un respiro pure più ampio, forse internazionale, per usare una parola grossa.

A quale tra le vostre canzoni sei più affezionato? Di quale non potresti fare a meno in scaletta?
Boh, direi Indie perché è l’ultima che abbiamo fatto…

Tornando al vostro singolo, Indie, ad essere indipendente sarà anche la distribuzione dell’album…
Per il momento lo è, è indipendente da tutto e da tutti perché è in download gratuito sul nostro sito. In un secondo momento sarà distribuito attraverso canali digitali e multimediali, insomma non attraverso i negozi. Il singolo verrà distribuito anche durante i concerti. Tutto questo un po’anche per forza, perché non abbiamo trovato una proposta secondo noi molto allietante. Ma anche perché abbiamo proprio una voglia di indipendenza in tutto, una voglia di gestirci totalmente da noi, soprattutto in questi primi mesi. Poi più avanti si vedrà …

A quando invece l’uscita di “Senza niente addosso”?
A questo autunno, speriamo!

Il tuo sogno personale e il vostro sogno come band…
Il mio sogno personale penso che sia molto legato alla band, è un momento di grande sinergia tra noi, dopo che ci sono stati questi avvenimenti di cui ti ho già parlato ci sentiamo molto più uniti, nonostante anche in passato lo fossimo già. Quindi posso dire che per ora il mio sogno personale è Eva Mon Amour.

Nel corso della vostra carriera, siete passati in brevissimo tempo dall’esibirvi nei pub di provincia al farlo nei palchi internazionali: cosa consiglieresti alle migliaia di artisti emergenti che hanno partecipato a questa edizione di MArteLive?
Gli consiglio di crederci, di essere relativamente umili, perché c’è veramente tanta concorrenza e tanta gente in giro. Ci vuole tanta voglia, tanto impegno, pure tanto tempo da lasciare libero nella propria vita da dare alla musica. Ecco, dico che per “andare avanti” bisogna ritagliare sempre un piccolo spazio alla musica, ma se ci si crede davvero si dovrebbe darle tutto il tempo che si ha …

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