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Il mito della velocità. Arte, motori e società nell’Italia del ‘900

[ARTI VISIVE]

Il mito della velocità. Arte, motori e società nell’Italia del ‘900
Palazzo delle Esposizioni – Roma 19 febbraio/18 maggio 2008
Allacciate le cinture, si parte! Un viaggio nella velocità e nel suo mito, attraverso le macchine, gli oggetti e le atmosfere che ne hanno caratterizzato l’evoluzione. Sono questi i temi della mostra Il mito della velocità. Arte, motori e società nell’Italia del ‘900.

Il tema è declinato in tutte le sue forme, mediante un allestimento dal forte impatto scenografico, che ripercorre cronologicamente le vicende del ‘900, giungendo a esplorare affascinanti e suggestivi scenari futuri. In primo luogo il tema dei motori risulta visceralmente connesso con l’arte, soprattutto con la tematica futurista, che rappresenta la chiave di lettura degli aspetti fondamentali: automobili di varie epoche, motociclette, aerei, fotografie storiche e video accompagnano i visitatori in un viaggio dell’anima e del corpo, culturale e sensoriale, attraverso la storia del nostro Paese.

La mostra prende avvio con riferimento alla poetica futurista di Marinetti, passando poi alla nascita delle grandi case automobilistiche, la conquista della terza dimensione e dei cieli, la storia del lavoro dei grandi car designer, il boom economico italiano, l’accelerazione delle comunicazioni grazie alla nuova grande frontiera di Internet, fino a giungere ai nostri giorni, all’ancora ricco e inesplorato mondo della velocità moderna.
Nella parte centrale del Palazzo trova posto una sezione dedicata alle gare, ai piloti, alle auto e alle moto dei record: una lunga pista che ripercorre idealmente le tappe più significative della storia della velocità in Italia. All’interno di questa sezione sono ospitate automobili e moto da corsa a partire dalla Fiat 130 HP Gran Prix proveniente dal Museo Nazionale dell’automobile Carlo Biscaretti di Ruffia di Torino fino ad arrivare alla Ferrari di Schumacher dei tempi moderni.

La prima sezione espositiva è dedicata alla “bellezza della velocità”, nuovo tipo di bellezza di cui si arricchì l’estetica futurista. Una particolare attenzione viene posta sulla figura di Filippo Tommaso Martinetti, nonché su tutti i variegati aspetti sui quali la corrente futurista pose la sua attenzione: la moda con i capi d’abbigliamento disegnati da Crali, Depero e Thayat, il cinema e la fotografia. Viene noltre presentato un repertorio degli oggetti del progresso industriale e meccanico che hanno rappresentato i marchi semantici della modernità: l’automobile, il treno, le stazioni, le autostrade, i telefoni, le radio.

La seconda sezione è dedicata principalmente alla velocità dei cieli, mentre nella terza sezione si affronta la storia del design italiano dell’automobile attraverso prototipi, progetti e auto dei più grandi designer italiani: Flaminio Bertoni, Nuccio Bertone, Dante Giocosa, Pininfarina, Vittorio Jano.

La quarta sezione è dedicata al periodo del boom economico italiano, gli anni Cinquanta descritti in tutta la loro dirompente tendenza al “movimento”.
La quinta sezione è invece dedicata alla velocizzazione nel campo delle comunicazioni avvenuta tra gli anni ’80 e ’90 grazie al fax, al cellulare, al computer e alle fibre ottiche.
Nella sesta sezione trovano spazio la tecnologia e design e ancora i grandi car designers italiani grazie alla presenza di splendidi prototipi, simboli della velocità nel 21° secolo.

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