A un mese dalla chiusura della BiennaleMArteLive, vengono annunciati i vincitori e le vincitrici del concorso che con le sue finali nazionali ne ha animato i primi tre giorni. Dal 3 al 5 dicembre 2019 al Planet di Roma, infatti, 450 artisti hanno dato vita a “Lo spettacolo totale”, una commistione di 17 categorie artistiche in contemporanea nella stessa location.
Nasce in una Londra sempre più distante, eppure ci ricorda che siamo tutti sulla stessa barca, che ogni vita si assomiglia e che, in Inghilterra come in Italia, la disperazione, quando arriva, suona sempre le stesse riconoscibilissime note. Il folgorante talento britannico della parola Kate Tempest compone, il maestro della traduzione Riccardo Duranti adatta e la coraggiosa regista nostrana Giorgina Pi mette in scena. Si tratta di Wasted, spettacolo in cartellone al Teatro India di Roma fino al 26 gennaio 2020.
Dal 28 gennaio fino al 2 febbraio 2020, subito a ridosso e in occasione della Giornata Internazionale della Memoria, giunta quest’anno al suo quindicesimo anniversario, l’OFF/OFF Theatre ricorda le vittime dell’Olocausto con un evento unico sulla nobile arte della boxe che racconta la vicenda del pugileHertzko Haft, meglio noto come “La Belva Giudea”, soprannome che dà il titolo al testo di Gianpiero Pumo, interprete protagonista della pièce insieme a Filippo Panigazzi, con la regia di Gabriele Colferai. Uno spettacolo patrocinato dalla Comunità Ebraica di Roma, dal CONI e dalla Federazione Pugilistica Italiana, nonché vincitore del premio Miglior Regia al festival Shortlab 2018 e meritevole di menzione dal Teatro di Roma nella Giornata della Memoria 2019.
Dopo il successo del Corviale Urban Lab, giunto ormai alla sua ottava edizione, arriva il festival spin-off Corviale Buskers Festival. Il 7 e l’8 dicembre al teatro San Raffaele, a un paio di chilometri da Corviale, e lungo le strade del “Serpentone” oltre 20 spettacoli multidisciplinari liberamente aperti al pubblico: concerti, spettacoli di teatro, danza e circo contemporaneo, ma anche laboratori e lo street artist Moby Dick.
Grande successo per l’anteprima speciale della BiennaleMArteLive 2019: sold out domenica 1 dicembre allo Spazio Rossellini di Roma per IO di RezzaMAstrella. Lo storico spettacolo del duo Leone d’oro alla carriera ha aperto le danze a una rassegna di teatro e danza dal titolo esemplificativo: Performativa.
In un programma complesso come quello della BiennaleMArteLive con oltre 1000 artisti in decine di location in tutto il Lazio dal 3 al 14 dicembre, lo scopo di Performativa è quello di superare i canoni del teatro, della danza e della musica e concentrarsi su tutte le potenziali e infinite sfaccettature del corpo.
Reduce dal successo di Sempre Domenica (premio In-Box 2017 e miglior spettacolo di Dominio Pubblico 2018), Controcanto Collettivo, debutta a Roma al Teatro Argot Studio dal 5 all’8 dicembre con l’ultima produzione Settanta volte sette, dopo aver ottenuto numerosi consensi da parte di critica, operatori e pubblico nelle precedenti repliche nazionali, vincendo l’edizione Teatri del Sacro 2019. All’interno della stagione 2019/2020 ARGOtNAUTICHE – Cronache dal mondo sommerso, la formazione artistica, nata nel 2010 per volontà e urgenza di Clara Sancricca, una regista trentenne, e di un gruppo di giovanissimi attori, porterà nel cuore di Trastevere, un altro intenso lavoro di riflessione sulla condizione dell’essere umano.
Che valore diamo al nostro tempo? Quanto lo diamo per scontato? Al Teatro della Cometa fino al 1 dicembre andrà in scena 7 anni apprezzatissimo spettacolo diretto Francesco Frangipane, che mette in scena con la solita maestria un testo di José Cabeza e Julia Fontana.
Saranno Antonio Rezza e Flavia Mastrella – Leoni d’oro alla Carriera alla Biennale di Venezia 2018 – ad aprire la nuova BiennaleMArteLive di dicembre con un’anteprima speciale presso il rinnovato Spazio Rossellini di Roma. Domenica 1 dicembre alle ore 21.00 andrà in scena lo storico spettacolo “IO” di Antonio Rezza e Flavia Mastrella. L’evento, realizzato in collaborazione con A.T.C.L., è inserito all’interno del programma del progetto speciale “Performativa”, una rassegna di teatro e danza contemporanea.
Vengono dalla Germania, girano il mondo da oltre vent’anni e rappresentano una vera e propria garanzia. Si chiamano Familie Flöz e sono una delle compagnie teatrali più apprezzate a livello internazionale. Il loro punto di forza sta nel produrre un tipo di teatro di figura che non ha bisogno di alcun tipo di parola e che comunica esclusivamente tramite linguaggi prettamente teatrali: i corpi, i costumi, le maschere, le scenografie, le musiche e, su tutto, le idee. Per mandare avanti una narrazione di questo tipo, infatti, servono idee, tante, e la compagnia berlinese non fa altro che gettarle in continuazione addosso al pubblico, in un crescendo di risate ed emozioni.
Un uomo, un padre, un marito, nel corso di un pomeriggio si troverà a confrontarsi con tre donne, tre rappresentazioni carnali della parte più intima e oscura di sé stesso e ad affrontare le sue ossessioni pur di difendere la propria famiglia. Dal 5 al 17 Novembre, dopo il successo all’interno della XVII edizione della Rassegna Trend, diretta da Rodolfo di Giammarco, Harrogate ritorna in un luogo storico di Roma, il Teatro Argot Studio di Trastevere. Per il terzo capitolo della stagione epico-teatrale ARGO(t)NAUTICHE – Cronache dal mondo sommerso, Marco Quaglia e Alice Spisa, diretti da Stefano Patti, traducono scenicamente Harrogate, scritto dal drammaturgo inglese Al Smith. Harrogate è un testo che affronta il delicato tema di come ci nascondiamo dietro a una maschera, di come recitiamo sempre una versione diversa di noi stessi a seconda di chi abbiamo davanti e di come proiettiamo sugli altri variazioni di persone che vorremmo vedere pur di accettare chi abbiamo di fronte. Harrogate è un trittico sull’ossessione, la repressione e la lussuria.
La complessa e stratificata drammaturgia dell’autore britannico è stata adattata in maniera molto efficace dalla stessa Alice Spisa, che ha tradotto il testo per poi cucirlo alla perfezione sulla suo mimetico abito d’attrice. Un ruolo, il suo, estremamente complesso in quanto distinto in tre diverse caratterizzazioni: tre personaggi che si assomigliano e che divergono al tempo stesso. Sensualità e freddezza, leggerezza e disperazione: dalla sua interpretazione riescono a trasparire nello stesso momento tutte le infinite sfaccettature di queste tre ambigue donne. Al suo fianco, agisce magistralmente Marco Quaglia, vero e proprio protagonista della piece che riesce a restituire le ambivalezze di un uomo tormentato da pulsioni indicibili.
Harrogate è un testo che fa riflettere per la complessità con cui scava nell’animo umano, così come si evince dalle parole del regista Stefano Patti: “C’è un’eleganza dei drammaturghi inglesi nell’affrontare il tabù, un’eleganza disturbante e allo stesso momento affascinante. La spettacolarità del teatro viene affidata all’autore che decide di far partire il dramma dai demoni che custodiamo dentro ed è da essi che parte la magia della storia, una magia che non è per niente rassicurante e che ci obbliga a confrontarci con la parte più oscura di noi stessi. Ciò che mi ha catturato sin dalle prime battute del testo di Al Smith è la necessità di porsi, assieme al pubblico, delle domande sull’essere umano all’interno di una società ormai colma di regole su come vivere. Cosa succede quando ciò che sentiamo dentro di noi non è compatibile con la struttura imposta dalla società? Come facciamo a sopravvivere?”
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