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Primo Maggio: il precariato dell’arte

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Primo Maggio, festa dei lavoratori di tutto il mondo: una celebrazione nobile che unisce contemporaneamente operai ed imprenditori, insegnanti e contadini, artigiani e commercianti il cui comune denominatore è la fatica. Il sudore per qualcosa che il Capitalismo chiama prodotto e che l’uomo chiama frutto delle sue mani e della sua mente. Qualcosa di simile a ciò che crea l’artista quando impressionato dal fumo nero delle fabbriche, incantato dal canto instancabile delle mondine o abbagliato dal sole che tramonta dietro le spalle del contadino, si accinge a dare vita, forma e colore a questi esseri che dedicano gran parte della giornata all’attività lavorativa.

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