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Tag: martemagazine

Roberto Campagna: la morbidezza del legno

[GRAFFI(A)TI AD ARTE]

shibaIn un sabato d’autunno mi sono avventurata su una strada impervia per arrivare a Carpineto Romano, paese carico di storia e di caldarroste. Dopo aver percorso una strada tortuosa, con lo stomaco ancora sottosopra per le curve a gomito, il profumo scoppiettante delle caldarroste ha invaso le mie narici, quasi dimentico che la meta finale è puramente artistica. Mi riprendo e cerco il punto più alto del paese.
La personale di Roberto Campagna è incastonata in una sala del Palazzo Aldobrandini indicato anche come Reggia dei Volsci. Si tratta della storia dell’artista che torna al suo paese d’origine e nel voltarsi al passato trova la spinta a ripartire. Una ritorsione su se stesso per raggiungere un nuovo slancio.

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Anonimi Trendsetter

ileniapolsinelliLo sapevate che per trovare il proprio trendsetter di riferimento, non bisogna più riempirsi di riviste patinate alla ricerca spasmodica dell’attrice più trendy, o delle modelle più in…? Ebbene sì mie care Fashion Victims, siamo tutte delle potenziali trendsetter e cosa più curiosa potremmo diventarlo senza nemmeno accorgercene, visto che l’ultima mania che imperversa sul web in fatto di moda, i blog di cool hunting, sono diventati ormai i punti di riferimento per tutte le Fashion Addict.

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Piji Live Septet in Lentopede

Serata da lupi quella dello scorso mercoledì 29 ottobre: Roma reduce da un nubifragio senza precedenti con tanto di partita di Campionato di calcio infrasettimanale sospesa, laghi e fiumi che avevano preso il posto delle strade ed un’aria da semi inverno che cominciava a prendere il posto delle splendide ottobrate romane dell’ultimo periodo. Eppure il clima al The Place, storico locale della Capitale, sito in via Alberico II in piena zona Prati, era davvero caldo ed accogliente.

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Piji Live Septet in Lentopede

Serata da lupi quella dello scorso mercoledì 29 ottobre: Roma reduce da un nubifragio senza precedenti con tanto di partita di Campionato di calcio infrasettimanale sospesa, laghi e fiumi che avevano preso il posto delle strade ed un’aria da semi inverno che cominciava a prendere il posto delle splendide ottobrate romane dell’ultimo periodo. Eppure il clima al The Place, storico locale della Capitale, sito in via Alberico II in piena zona Prati, era davvero caldo ed accogliente.

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Camillo Olivetti, un autentico capitano coraggioso

In un periodo in cui si definiscono imprenditori illuminati persone capaci solo di lasciar buchi di bilancio o di prender parte a cordate a basso rischio, lo spettacolo scritto da Gabriele Vacis e Laura Curino, in scena la Piccolo Teatro Studio di Milano, rappresenta un vero toccasana: Camillo Olivetti, alle radici del sogno è infatti una vera e propria biografia del fondatore dell’omonima azienda torinese, ricca di aneddoti utili ad avvicinare il pubblico ad una figura forse meno nota rispetto a quella del figlio Adriano, ma altrettanto geniale ed innovatrice. Inoltre ha l’indubbio pregio di consentire al pubblico di fare i dovuti raffronti con gli attuali imprenditori italiani.

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Camillo Olivetti, un autentico capitano coraggioso

In un periodo in cui si definiscono imprenditori illuminati persone capaci solo di lasciar buchi di bilancio o di prender parte a cordate a basso rischio, lo spettacolo scritto da Gabriele Vacis e Laura Curino, in scena la Piccolo Teatro Studio di Milano, rappresenta un vero toccasana: Camillo Olivetti, alle radici del sogno è infatti una vera e propria biografia del fondatore dell’omonima azienda torinese, ricca di aneddoti utili ad avvicinare il pubblico ad una figura forse meno nota rispetto a quella del figlio Adriano, ma altrettanto geniale ed innovatrice. Inoltre ha l’indubbio pregio di consentire al pubblico di fare i dovuti raffronti con gli attuali imprenditori italiani.

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Si esce vivi dagli anni ’80: Federico Fiumani

Negli ultimi tempi c’è troppa voglia di fare letteratura nei testi delle canzoni, e questo si traduce in pesantezza. Io prediligo la semplicità, l’immediatezza. Truffaut diceva che le canzoni più sono cretine più sono vere. Io auspico un ritorno alla superficialità, perchè la profondità spesso conduce alla noia. In fondo ad una canzone si devono chiedere quei tre, quattro minuti di svago… esordisce così¬ il portabandiere della New Wave italiana. Il cantante, scrittore e chitarrista Federico Fiumani, alla soglia dei cinquant’anni, racconta gli anni ’80, le problematiche legate al mercato discografico e l’attuale panorama musicale italiano, con un probabile disco in uscita nel 2009.

In che senso lo spettacolo di Roma è stato “Confidenziale”?
E’ un concerto in cui sono più in confidenza con il pubblico, sono io da solo, semplicemente voce e chitarra, nel corso del quale canto le canzoni così come sono nate. E’ un tipo di spettacolo che è nato nel ’94 ed ha fatto parte delle mie esibizioni finora. Probabilmente quello di Roma è stato l’ultimo di un buon periodo che ha segnato positivamente la mia vita.

Quindi per il prossimo anno si prospettano novità?
Vorrei semplicemente continuare a suonare con i Diaframma, formazione rock a me più congeniale. Un album nuovo mi piacerebbe farlo, tenendo conto delle ispirazioni che vanno e vengono e anche della situazione discografica che al momento è tutt’altro che rosea. Speriamo che ancora per un po’ di tempo si possano fare dei dischi.

Da un po’ di tempo molti festival sono organizzati da grandi multinazionali. L’invadenza della pubblicità  nel territorio dell’arte può pregiudicare o influenzare il risultato finale?
Non credo perchè da sempre si fa ricorso alla pubblicità. I festival hanno dei costi e molto spesso si lavora all’oscuro senza nessuna sicurezza sulla riuscita o meno degli eventi. Gli sponsor non sono il male peggiore della musica. E’ difficile stabilire una diagnosi e quindi una relativa terapia. Di sicuro i cambiamenti epocali nell’ambito tecnologico hanno reso i negozi di dischi dei luoghi funerei, il disco ha perso la sua funzione. Non so se tutto questo sia un bene o un male, io appartengo ad un generazione precedente e per questo sono preoccupato. La musica liquida, digitale, mi lascia abbastanza indifferente. Di sicuro adesso è molto più difficile orientarsi. Prima una cultura musicale te la facevi leggendo i giornali, ascoltando determinati album che paradossalmente erano pochi rispetto alla tua passione. Ora c’è troppo. Io la definirei come una grande nebbia, un muro.

Assieme ai Litfiba siete considerati i pionieri della dark wave italiana. Quali sono le differenze con gli anni ’80?
Moltissime. Noi stessi siamo cambiati. Soprattutto attualmente sembra che tutto sia già stato fatto. I dischi così come le feste Dark e Wave sembrano oggetti di antiquariato. All’epoca le cose succedevano per la prima volta, quindi c’era tutto un altro spirito, emozioni diverse, vi era la consapevolezza di fare qualcosa di nuovo e di importante che coinvolgeva tutte le nostre vite. Sono molto contento di averne fatto parte.

Quanto è difficile sopravvivere senza una mayor?
Per quel che ci riguarda non è stato molto difficile, basta aver voglia, perchè con la passione e con una buona dose di fortuna alla fine qualcosa di bello succede. Certi periodi degli anni novanta sono stati abbastanza duri a causa della reputazione che ci portavamo dagli anni 80: eravamo i paladini di una musica che era percepita come vecchia. Paradossalmente decenni successivi c’è stata una grossa riscoperta della musica anni ’80 e quindi anche della nostra opera. Direi che adesso sono diventato un classico e va bene così, speriamo che duri il più possibile. 

Faccia a Faccia con Pierluigi Ferrandini

La sveglia segna le 4:30 e la luce non ha ancora invaso il cielo notturno.
E’ ancora troppo presto per vedere l’alba ma Antonio, un giovane contadino, si prepara comunque per andare a lavorare nei campi.
Peccato che, nell’atto di uscire, l’uomo si troverà di fronte ad un piccolo inconveniente: una macchina malamente parcheggiata blocca l’ingresso di casa.
Questo è solo un accenno del corto “Vietato Fermarsi”, diretto da Pierluigi Ferrandini, vincitore della sezione Cinema del MArteLive 2008.

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Tristan Remy, Entrate Clownesche, Editoria&Spettacolo

LIBRO- 254 pagine per parlare di clown e di pagliacci fa venire alla mente scarpe fuori misura, nasi rossi, parrucconi ricci furiosamente colorati e volti truccati. Sicuramente sono tutto questo, ma, dove sono spariti i clown del circo povero e vagabondo, che della derisione di se stessi fecero un’arte? I maestri di Totò, Charlie Chaplin, Laurel & Hardy (in Italia Stanlio & Ollio) oggi sembrano scomparire dai riflettori dei nostri palcosceni.

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Kiss Me Emily_ All in one

CD MUSICA- Dicono di trarre ispirazione da gruppi come Depeche Mode, Modest Mouse, Bloc Party. In effetti, perdonatemi l’accostamento “rischioso” che farebbe rabbrividire il critico di turno, qualcosa della scena synth pop inglese dei primi anni Ottanta c’è, e si sente. Contaminazioni indie rock seminate lungo tutta la durata del disco danno poi all’insieme melodico un sapore più attuale, proiettando il lavoro su una dimensione a tutti gli effetti internazionale.

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