I 39 scalini
[TEATRO]
ROMA– Il grande maestro del noir e dell’ironia Alfred Hitchcock probabilmente avrebbe apprezzato e accolto con un sorriso l’originale e mirabolante trasposizione teatrale di uno dei suoi film più famosi, I 39 scalini, tratto dal thriller di John Buchan e adattato per le scene da Patrick Barlow, con la regia di Maria Aitken, in scena dal 3 al 22 novembre al Teatro Vittoria di Roma.
Un’avvincente spy story, dove tutti gli ingredienti del noir classico, un omicidio, l’affascinante eroe accusato ingiustamente, inseguimenti e fughe rocambolesche, donne fatali, suspense e colpi di scena si mescolano a tanta comicità ed ironia, in un perfetto connubio tra teatro di varietà e realizzazione cinematografica, per questa divertente commedia scritta per un attore, una bella (che le interpreta tutte) e due comici che si moltiplicano in decine di altri personaggi.
La produzione originale è nata a Londra, dove ha debuttato al Tricycle Theatre di Kilburn nell’agosto 2006 per poi trasferirsi nel West End nel settembre dello stesso anno, conquistando un Laurence Olivier e un What’s Onstage Award come miglior commedia per l’adattamento di Patrick Barlow, e continua da allora a raccogliere successi in tutto il mondo.
La versione italiana, sempre per la regia della Aitken, vede come protagonisti Manuel Casella nei panni dell’eroe e Barbara Terrinoni in quelli delle varie femmes fatales, mentre Nini Salerno e Roberto Ciufoli si dividono, e moltiplicano, in tutti gli altri ruoli.
La storia ha inizio a Londra, dove Richard Hannay, giovane aristocratico ed annoiato canadese, incontra durante lo spettacolo teatrale di Mr Memory una affascinante donna russa che chiede il suo aiuto per sfuggire a pericolose spie che la stanno inseguendo. Hannay la ospita a casa sua per la notte ma la giovane viene pugnalata, avendo solo il tempo di rivelargli che importanti informazioni stanno per essere trafugate dalla pericolosa organizzazione dei ’39 scalini’ e il nome del suo contatto in Scozia. Il giovane viene naturalmente accusato dell’omicidio e per potersi scagionare decide di raggiungere le Highlands e smascherare il complotto di spie. Ricercato dalla polizia, comincia così la sua rocambolesca fuga, fatta di inseguimenti sul tetto di un treno, voli da altissimi ponti, strani incontri nella brughiera scozzese, dove si ritrova ammanettato alla giovane ed ignara Pamela, che dopo la diffidenza iniziale finisce per credere nella sua innocenza, aiutandolo… e non solo. Con la fortuna che aiuta gli audaci /incoscienti, il nostro eroe riesce a salvarsi, nonostante sia finito dritto nella tana del lupo, e a sventare il complotto, in un cerchio che si richiude con lo spettacolo di Mr Memory, chiave del mistero, nel Teatro Palladium di Londra.
Evidente e mirabilmente riuscito è il taglio cinematografico dello spettacolo, con le atmosfere che richiamano quelle del film del 1935 grazie a sapienti giochi di luce, fumo, rumori e voce fuori campo, oltre che ai costumi e agli arredi, ma non solo.
Una scenografia semplice ed essenziale, opera di Ludovico Riario Sforza, fatta di porte e finestre semoventi, una poltrona, delle sedie e dei bauli che diventano tavoli, scompartimenti o tetti di treni, composti e spostati dagli stessi attori sia durante le scene che nel buio, permette alla scena di modificarsi costantemente, rappresentando, come nelle sequenze di un film, interni ed esterni, passando velocemente dall’intimità di una stanza agli spazi aperti. Ingegnosa, nella sua semplicità, l’invenzione di utilizzare anche un gioco di ombre cinesi per portare sulla scena addirittura un campo lungo, all’aperto, nel quale l’eroe corre sulle colline inseguito da due aerei, con tanto di esplosioni in aria e piloti paracadutati nella brughiera.
Non manca anche un certo richiamo alle comiche, grazie ai bravissimi e ‘fregoliani’ Nini Salerno e Roberto Ciufoli, che in un esilarante tourbillon di scenette interpretano, a volte anche simultaneamente, con rapidissimi cambi di cappello o parrucca in scena ma anche modificando accenti e linguaggio, le decine di personaggi di contorno, maschili e femminili, che Richard Hannay incrocia nella sua fuga.
Molto bravi anche Barbara Terrinoni e Manuel Casella, che, oltretutto, possiede ‘le physique du rôle’ per incarnare bene, e con ironia, il tipo del giovane eroe dall’aria aristocratica!
Avventura, mistero, suspence, ingegno, ironia e tanto divertimento, da non perdere…
Emanuela Meschini
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