La Ghironda
[MUSICA]
Una folta folla di gente con occhi ridenti, sguardi ammaliati e affascinati da ciò che gli ruotava attorno, hanno rappresentato il companatico di una pietanza già ben condita: il Festival della Ghironda, evento multiartistico itinerante giunto ormai alla sua XIII edizione, sostenuto dalla Regione Puglia e che continua ad avere sempre maggior successo e ad espandersi.
Il Festival di musica e cultura popolare dei 5 Continenti, come una trottola girovagante ha fatto tappa in diversi luoghi dal 22 al 30 agosto,coniugando e facendo convergere nelle diverse cittadine, le diverse etnie e ciò che le caratterizza. Colori, musica e linguaggi che si fondono in un’unica ‘compilation’ che permette il dialogo universale attraverso i codici artistici, senza la necessità di un traduttore madre lingua.
La Ghironda ha fatto breccia non solo nel cuore di questi luoghi facendo emergere la loro intimità, ma anche nel pubblico spettatore suggestionato e incantato dalle diverse performance, saziato forse non abbastanza per la golosità che questo Festival stuzzica continuamente, ma sedotto inconsapevolmente dal profumo della tradizione di una cultura che ti riversa altrove.
La prima tappa del tour è stata Ceglie Messapica (BR), un piccolo centro già di per sè spettacolare.
Una scenografia d’eccezione, caratterizzata da vicoli stretti e paradossalmente grandi per aver accolto quel numero inverosimilmente inaspettato di gente, con spazi e incanalature difformi, tra salite e discese, ma molto accoglienti e in cui si sono collocati i palcoscenici degli artisti.
Spazi che hanno abbracciato forte a sè tutti i presenti e che avrebbero voluto che questa presa non si allentasse mai.
A irrompere musicalmente, rallegrando i nostri timpani in uno spazio fino a quel momento allietato da musica silente, che soddisfaceva solo i nostri palati è stato Fabio Console & VentuNovu Project con musica d’autore calabrese.
Energici ed energicamente coinvolgenti, ci hanno fatto saltare e ballare sulle note musicali folcloristiche mixate con rock e blues: una fusione che caratterizza in modo singolare questo gruppo che interpreta e vive la musica come un’incontro/scontro tra tradizione e world music, sulla scia intramontabile delle proprie origini. Per non parlare poi della TantaTaranta che ripristina quel tempo andato di una dimensione popolare, ma in realtà mai perduto.
E a rappresentare ancora l’Italia c’erano i Zambramora Band: cinque componenti, cinque strumenti che ci hanno infiammato l’anima con la loro bravura, mentre sull’onda del caldo flamenco si sono raggiunti i balcani facendoci vivere Paesi lontani.
Particolarmente affascinanti, nella loro semplicità sono stati i Descendance: direttamente dall’Australia hanno fatto rivivere la loro cultura sulla scena messapica, con danze e musiche aborigene. Dipinti sul volto e sul corpo, ci hanno portato nella loro dimensione attraverso ritmi tribali e primordiali, comunicando con la loro musica e i loro segni l’essenza natia.
E dagli USA le note soft, la brezza del sound nordamericano per eccellenza, il blues con Rocky Lawrence solo con la chitarra acustica e le vibrazioni della sua voce. Non sarebbero sufficienti parole per descrivere questo spettacolo così intenso.
E ancora tra i presenti la Francia con Jean Marie Olive e la sua musica popolare con l’organetto di Barberia; i Guarapo e la loro instancabile passione per la salsa, i cui artisti provengono dal Messico e da Cuba; dalla Russia Mr. Pejo’s Wandering Dolls e il loro teatro di maschere; e ancora la Nigeria, la Germania e tanti altri. Una vasta scelta di performance e di tradizioni.
Una serata prolungata fino a notte all’insegna dell’arte e dell’unione, che porta il nome della Ghironda.
Maria Logroio
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