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Urbis Eterna – 15 marzo 44 a.C.

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[TEATRO]

15marzo44aC_1ROMA- Roma è la città eterna, il luogo dove le testimonianze del passato continuano a vivere nel tessuto urbano, intrecciandosi indissolubilmente al presente che vi si sovrappone.E passato e presente si sono incontrati ancora una volta, a Roma, nella magica cornice del Mercato di Traiano, dal 16 al 19 luglio.


Sono riemerse dalle pieghe del tempo le voci e le riflessioni dei protagonisti di quelle lontane e tragicamente famose idi di marzo, riportate in vita e rese ancora attuali dallo spettacolo 15 marzo 44 a.C., ideato e realizzato dall’Associazione Culturale LYRAS nell’ambito del progetto triennale Urbis Eterna. Connubio di passato e presente, in una rivisitazione in chiave contemporanea, con forti richiami simbolici alla tradizione classica, di quella giornata che divenne una pietra miliare della nostra Storia, nella transizione che portò Roma dalla Repubblica all’Impero.
Protagonisti, i dialoghi tra Giulio Cesare (Lorenzo Gioielli, anche autore e regista), Marco Giunio Bruto (Rolando Ravello) e le rispettive mogli, Calpurnia (Edy Angelillo) e Porzia (Virginia Raffaele), accompagnati da una voce narrante (Lorena Scintu) cui viene lasciato il compito di evocare con le parole le immagini dei fatti.

Tutto è pronto: il piano della congiura è stato predisposto. Bruto è agitato, ma sicuro delle sue ragioni. Il dittatore va fermato: “Uccidere un tiranno non è un assassinio. E’ un atto di giustizia” per difendere quella Repubblica che “è un patto d’onore fra uomini, che non si può distorcere o forzare per uno solo, anche se parte degli uomini che lo rappresentano hanno perso la dignità.”
Porzia, sua moglie, cerca di farlo desistere, sa che Bruto non è un assassino e, come ogni donna, vorrebbe che la spirale della violenza si fermasse, perché porta solo altro dolore.
Anche Calpurnia quella mattina usa tutte le sue armi per impedire a Cesare di andare al Senato, incontro al suo destino. Lui si sente sicuro, quasi intoccabile. Lei cerca di convincerlo con i suoi sogni premonitori, con le sue suppliche e con la sua struggente dichiarazione d’amore, nonostante i tanti tradimenti, nonostante Cleopatra e suo figlio Cesarione.
Entrambi, Cesare e Bruto, in qualche modo tentennano, ma il destino è più forte di loro e alla fine tutto si compie.

Si può impedire che la Storia segua il suo corso? L’assassinio di Cesare non evitò la fine  ormai 15marzo44aC_4segnata della Repubblica, ma portò solo allo spargimento di altro sangue. Quello di Bruto, suicida dopo una battaglia, quello di Antonio e Cleopatra, suicidi anch’essi, del giovane Cesarione e di tanti altri, nelle devastanti guerre civili che seguirono, fino all’avvento al potere di Ottaviano e alla nascita dell’Impero.
Non è stata la prima volta, e purtroppo non sarà neppure l’ultima, che l’uomo ha cercato di risolvere con la violenza i conflitti di idee, interessi e potere. Nei dialoghi scambiati nel Foro si è sentita l’eco di tanti altri momenti affini, più moderni, più vicini a noi e al nostro tempo.

Ed è proprio questa l’idea che sottende l’interessante progetto Urbis Eterna: riscrivere la classicità con il linguaggio di oggi, grazie al lavoro di giovani autori, interpreti ed artisti, per stimolare riflessioni sul presente attraverso la rivisitazione di episodi cardine del nostro passato, presentati nei luoghi stessi che in qualche modo lo rappresentano.
Luoghi meravigliosi e carichi di Storia come il Foro di Traiano, nel quale le scenografie di Gregorio Botta, Maestro d’Arte, si sono perfettamente integrate, regalando una splendida cornice, evocativa e moderna al tempo stesso, allo spettacolo e ai suoi bravi interpreti.

Emanuela Meschini

Emanuele Meschini, martelive, martemagazine, News, teatro, Urbis Eterna - 15 marzo 44 a.C.

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