Il MEI visto da chi non conosce la musica indie…
[MUSICA]
Mi dicono: c’è il MEI, lo devi seguire! Ecco come ha avuto inizio la mia avventura alla Fiera M.E.I., acronimo per Meeting delle Etichette Indipendenti e delle Autoproduzioni, di Faenza che dal 28 al 30 novembre 2008 ha ospitato la musica indipendente (indie), quella non sovvenzionata dalle grandi case discografiche, quel genere di musica che ti devi andare a cercare, che devi volere e che devi saper capire.
400 artisti che hanno espresso a turno, in una staffetta di tre giorni, i loro lavori e circa 300 espositori: libri e musica, rivenditori di vecchi e nuovi LP perchè il vinile è tornato di prepotenza a scardinare la praticità dei CD, venditori e artigiani di strumenti musicali (per poveri artisti sognatori e non).
Mentre mi aggiravo per i tre padiglioni espositivi e la sala congressi dello spazio Fiera di Faenza d’un tratto: il silenzio. Era domenica 30 ed ho pensato che dopo tre giorni di confusione e della musica più diversa tutti si fossero un pò stancati e invece: era una protesta. Il silenzio per esprimere il dissenso per chi fa della musica il mezzo di comunicazione deve essere stata una scelta molto impegnativa, il motivo: le selezioni di San Remo. Sì, certo al MEI si è parlato di San Remo e di come si sia chiuso agli emergenti. La FIOFA, Federazione dei Festival d’Autore, presentava la questione delle giovani proposte che a San Remo dovranno presentarsi con un padrino di livello internazionale. Ma chi se lo aspettava che agli indipendenti interessassero i fiori di San Remo, neanche mia nonna riesce più a seguire le lunghe ore del Festival della Canzone Italiana: forse il punto è che io e mia nonna siamo troppo indietro.
Leggo le notizie ANSA e le dichiarazioni di Morgan e so di aver sbagliato tutto: ho indicato MEI non XFactor, cosa c’entra Giusy Ferrero? Inizio ad esasperarmi e a mandare maledizioni al mio tostapane geneticamente modificato che continuo ad ostinarmi a chiamare portatile e capisco che per una volta, l’unica, lui non ha colpa: Morgan è stato al MEI per presentare il suo ultimo libro In pARTE Morgan, l’intervista di Marco Garofalo a Marco Castoldi, in arte Morgan, edito da Eleutheria. Ma ha parlato anche di XFactor il programma condotto assieme a Simona Ventura e Mara Maionchi che ripartirà a dicembre su Rai2, negando anche di aver ascoltato l’ultimo album di Giusy Ferrero, rivelazione del programma televisivo. La domanda è: che farà in questo programma se neanche ascolta chi è stato giudicato da lui positivamente? Ma Giusy Ferrero è troppo commerciale, sono io che non riesco ad ambientarmi. Questo è il MEI, qui ci sono quelli della musica contro: contro tutti e tutto.
Si è avuto modo di incontrare anche il Ministro- ombra delle politiche giovanili Pina Picerno del PD (visto che non ci si aspettava di trovare esponenti del governo quanto meno si è vista un’ombra delle istituzioni), al MEI per parlare dell’accordo tra le forze politiche sulla questione dell’ENPALS, Ente Nazionale di Previdenza e di Assistenza per i Lavoratori dello Spettacolo, che si dimostra costantemente impreparato alle nuove sfide del settore musicale e non solo.
Questi giovani musicisti fanno silenzio per San Remo si interrogano su XFactor e vogliono che la legge li protegga. E’ vero, io avevo un’altra idea della musica controcorrente, non me la aspettavo a San Remo e neanche in qualsiasi altro programma TV e magari la volevo un pò contro, contro la politica istituzionale, contro la programmazione televisiva per le famiglie e alla ricerca di argomenti di impegno sociale non solo rivolti al proprio ambito.
Il MEI però non è solo musica, per questo la proiezione di Nazirock- Come sdoganare la svastica e i saluti romani, un film documentario di Claudio Lazzaro, uscito nel 2008 con una distribuzione piuttosto difficile viste le tematiche di cui tratta.
Al MEI c’era anche chi ricordava Peppino Impastato: Umberto Santino, presidente del centro di documentazione Giuseppe Impastato, Gandolfo Schimenti, compagno di lotta di Impastato e la sorella dell’uomo che ha cercato nella musica la forma di protesta contro la mafia. Il riconoscimento speciale del MEI al CD 26 canzoni per Peppino Impastato mi ha davvero emozionata perchè vi ho ritrovato un uomo che ha voluto intraprendere una guerra urlando, quando e dove non si poteva fare.
Cosa mi ha colpito di questo Festival così “folle”? La consapevolezza che per andare avanti e fare cultura, anche solo per divertirsi, bisogna avere gli strumenti per farlo: un myspace, uno studio di registrazione, un nuovo diritto per l’editoria musicale, un demo sempre in tasca, uno sguardo fugace al passato e gli occhi ben rivolti al futuro e una propensione all’adattamento dettata da tanto coraggio. Che mi rimane da dire? In bocca al lupo, giovani musicisti!
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