Come il Fest diventa un Festival
[CINEMA]
Non più Fest ma Festival: da questa premessa è iniziata la terza edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma e, dalla nostra, ammettiamo che un po’ di “Fest” è venuto a mancare.
Saranno stati forse i doverosi tagli economici o l’organizzazione che non ha saputo, stavolta, districarsi tra le varie sezioni presentate, ma quest’anno, il Festival, ha dovuto fronteggiare critiche e malcontenti.
I bilanci finali, fortunatamente, hanno mostrato che infondo la crisi non era del tutto fondata ma il Red Carpet sembrava meno rosso e, chissà, gli ospiti un po’ meno brillanti.
Ci sarebbe da ricordare, per contrasto, una prima edizione nel culmine della sua novità, nella quale una Nicole Kidman sovrastava angelicamente i presenti, facendosi strada tra scatti e urla incredule.
Quello era il principio, ora siamo nel pieno del sentiero e non possiamo fare a meno di sfoggiare i grandi nomi di questa terza edizione: da un fascinoso Al Pacino, fino ad un mostro sacro come David Cronenberg, menzionando volti di passaggio come un gioioso Carlo Verdone ed un premio Oscar come Dante Ferretti.
La manifestazione, che ha avuto la sua durata dal 22 fino al 31 ottobre, si è districata fra svariati eventi, il primo tra questi è stato il Be Brazil, una grande festa dedicata al brasile in Piazza Navona, tra musicisti, danzatori e artisti, con un finale concerto sostenuto dall’artista Vanessa Da Mata.
I luoghi della manifestazione si sono ripetuti tra le svariate sale prestate per le tante proiezioni ed anteprime: il perno assoluto del Festival è rimasto l’Auditorium Parco della Musica con le due sale più importanti, la Santa Cecilia e la Sinopoli, le mostre si sono alternate tra il Museo Archeologico, l’Auditorium Arte, il Palazzo delle Esposizioni e il Foyer, per poi diramarsi dalla Casa del Cinema, a via Veneto, fino all’Auditorium Conciliazione.
Le sezioni, come di consueto, si sono suddivise tra: le Anteprime- Première con pellicole del calibro di The Duchess di Saul Dibb, Parlez-moi de la pluie di Agnès Jaoui, Pride and Glory di Gavin O’Connor, L’uomo che ama di Maria Sole Tognazzi e l’anteprima dei primi minuti del tanto atteso Twilight, il Cinema 2008 con quattordici film in anteprima internazionale ed europea, L’altro Cinema-Extra che si getta sulle nuove frontiere audiovisive, Alice nella città organizzato prettamente per il cinema dei giovani e, infine, L’occhio sul Mondo- Focus che raccoglie in sé una serie di eventi culturali che vanno dal cinema, alla musica fino alla letteratura, spaziando in quella che è l’arte di ieri e di oggi.
A queste sezioni si aggiungono anche le proiezioni speciali che, quest’anno, hanno visto pellicole come la commedia noir RockNrolla di Guy Ritchie con il “Leonida” Gerard Butler, il western Appaloosa diretto da Ed Harris con Viggo Mortensen, The Garden of Eden di Jonh Irvin tratto dal romanzo di Hemingway e l’interessante All Human Rights for All, composto da trenta cortometraggi ispirati ai trenta articoli della Dichiarazione d’indipendenza, in attesa del sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Perfino le mostre sono state tante e di profondo interesse, dal “C’era una volta il ‘48” a cura di Orio Caldiron, alle “Cento immagini di Dino Risi” fino al profondo “Chromosomes. Cronenberg oltre il cinema” con almeno cinquanta immagini individuate dallo stesso regista.
I vari incontri con i personaggi dello spettacolo si sono tenuti sempre all’Auditorium della Musica, dopo il consueto passaggio per il tappeto rosso, incontrando fan ansiosi e fotografi pronti ai loro mille scatti.
Perché sarebbe impossibile dimenticare un Al Pacino che fa breccia nei nostri cuori attraverso uno sguardo, mostrandoci il suo Chinese Coffee come fu quel sublime “Riccardo III: un uomo, un Re”, o cercare di non fare caso ai tanti ospiti internazionali come Jessica Biel, Colin Farrell, Ed Harris e Viggo Mortensen che ci hanno deliziato con la loro presenza (senza contare l’intero cast di High School Musical 3, che ha fatto impazzire tutti i ragazzi presenti).
O anche i rassicuranti volti italiani: De Sica, Michele Placido, Monica Bellucci, la Lollobrigida, Claudio Bisio e tanti altri ancora, che ci fanno ricordare, ora e per sempre, quanto il cinema Italiano stia tentando di risollevarsi a testa alta, con l’assoluta certezza di riaffermarsi come ai tempi d’oro della “Commedia all’Italiana”.
E perfino chi voleva cancellare l’evento, ovvero il sindaco Alemanno, riesce a dichiarare alla serata di premiazione che “questo Festival è diventato un patrimonio di Roma e, siamo convinti, che diventerà l’evento cinematografico più importante d’Italia”.
La terza edizione del Festival di Roma ripiega così il suo tappeto rosso, chiude le porte del suo Auditorium, con la speranza di una quarta edizione più luminosa, ben sapendo che forse una statuetta Marc’aurelio d’oro e argento non sarà come un leone o una palma, ma potrebbe segnare in futuro qualcosa di non poco importante.
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