Viaggi e visioni alla scoperta della Napoli cinematografica
[CINEMA]
A Napoli il cinema si racconta con piccole grandi storie di registi, attori e critici che ripercorrono insieme al pubblico i propri romanzi visivi di formazione. Accade nella terza edizione de I film della mia vita, ciclo di incontri organizzato dalla Mediateca Santa Sofia dell’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli in collaborazione con la Scuola di cinema e televisione Pigrecoemme.
Dal 3 novembre al 1 dicembre quattro incontri con altrettante personalità della Settima Arte richiameranno gli appassionati di cinema nello storico Palazzo Roccella sede del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli: il regista Lamberto Lambertini, l’attrice Cristina Donadio, il critico e saggista Valerio Caprara e il regista Massimo Andrei.
Occorre essere cinefilo per parlare di cinema o lo si può raccontare attraverso un percorso personale di emozioni che hanno segnato la memoria e l’anima della persona prima che dell’artista? Come il François Truffaut che dismette temporaneamente le vesti di critico cinefilo, i quattro ospiti della rassegna recupereranno il più semplice e immediato amore per il cinema per coinvolgere e appassionare il pubblico.
Ci è riuscito brillantemente Lamberto Lambertini, l’eclettico regista e autore teatrale e cinematografico, che nel primo appuntamento de I film della mia vita ha coinvolto il pubblico numeroso in un gioco guidato prima di tutto dal cuore. Nella sala del PAN si proietta il cinema amato dal regista che ha le movenze del Pinocchio e degli scheletri danzanti disneyani, l’immortalità di Totò, l’espressione intensa di Orson Welles, il bianco e nero di Lubitsch, il genio dell’amatissimo Kubrick, l’intensità attoriale ed espressiva di Carmelo Bene e tanti altri momenti e personaggi racchiusi nel montaggio incalzante di sequenze cinematografiche ad opera di Carlo Sgambato, scandito dalle musiche di Antonio Infantino. Un omaggio a grandi maestri e a venti pellicole in un rito del cuore che riversa memorie ed emozioni personali in un film “piccolo”, ma intenso.
E se il cinema incontra la vita dei singoli influenzandone la storia e la sensibilità, le visite guidate nelle Location che abbiamo in Comune a cura del Campania Movietour in collaborazione con la Mediateca Santa Sofia, ci rammentano che a Napoli il cinema percorre le strade, penetra il cuore della città e l’immaginario collettivo.
Nei luoghi di Operazione San Gennaro, L’Oro di Napoli, Matrimonio all’italiana, L’amore molesto, Paisà e tanti altri capolavori il turista, il cinefilo, e il curioso volgono uno sguardo nuovo su piazze e palazzi resi celebri in tutto il mondo dalle fortunate pellicole, seguendo percorsi che individuano almeno sedici tappe fondamentali nella felice unione tra il cinema e Napoli.
Il progetto Campania Movietour segue l’esempio di iniziative che già da tempo si sono diffuse in Europa e negli Stati Uniti, ma che in Italia stentano a decollare. Massimilano Gaudiosi del Movietour ci spiega che fino a poco tempo fa il turista interessato ai luoghi del cinema organizzava spontaneamente i propri percorsi. Certamente un maggior impiego di risorse economiche per pubblicizzare il progetto avrebbe favorito l’arrivo di un maggior numero di turisti in una città che ogni giorno si presenta tristemente problematica, ma che è prima di tutto città d’arte e di cultura. In questo senso un aiuto proviene dai tour operator che stanno contribuendo al lancio del progetto, inserendo le visite del Movietour nei loro pacchetti turistici.
Analoga constatazione anche da parte di Giacomo Fabbrocino, responsabile didattico della Scuola di cinema e televisione Pigrecoemme, piccola ma solida realtà culturale di Napoli da anni attiva nella promozione e nella formazione della cultura cinematografica: “A Napoli gli eventi culturali e le idee non mancano ma sono poco valorizzate e pubblicizzate favorendo anche in chi vive nella città la percezione di un’ offerta culturale debole“.
Iniziative low budget come queste o come altre che compongono il calendario di eventi napoletani, dimostrano come sia possibile fare cultura e difenderla con volontà e tenacia. Il rischio semmai è che gli sforzi vengano vanificati perdendosi nei tempi e negli ingranaggi burocratici, nell’assenza di risorse finanziarie adeguate a sostenere progetti di ampio respiro e continuativi, che richiamerebbero un turismo culturale e favorirebbero l’indotto. Si attende da tempo la creazione di una Casa del Cinema anche qui, sul modello di quella romana. E il PAN sembrerebbe la sede ideale per promuovere la cultura cinematografica da sempre presente e viva in una città percorsa da fermenti sotterranei. Il cinema è arte, il cinema è vita. A Napoli si raccontano entrambe.
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