Elezioni 2008: “net-consigli”
Nei giorni precedenti le elezioni, quello che ci ha stupito è stato il grande movimento popolare delle rete che, tra estratti di articoli di giornale e consigli popolari e personali, ha cercato in ogni modo e con ogni mezzo di far tornare agli italiani indecisi e delusi la volontà di esercitare un diritto/dovere inalienabile, quale quello del “voto”.
Andando oltre la propria posizione politica, il messaggio, per tutti, è stato chiaro: votate, votate e votate. Esprimete il vostro parere, non allontanatevi dalla politica, perché la politica è sì di coloro che governano, ma, in una democrazia (dal greco demos = popolo e kratìa = potere) è il popolo la vera politica e così deve continuare ad essere, nonostante il debito pubblico, le proposte di legge anticostituzionali e nonostante il Governo rappresenti sempre meno le vere volontà della gente comune.
Politica è la possibilità di governare uno Stato e Democrazia è la possibilità reale per tutta la collettività di deciderne.
La Costituzione e il diritto al voto fanno parte di tutta una serie di lotte storiche per cui i nostri avi sono stati pronti a morire e per cui ancora, in alcune parti del globo terrestre, tanta gente continua a morire.
La scheda elettorale non è un oggetto astruso che va riposto nel cassetto in favore di una gita al mare, ma una possibilità.
E ce lo ha ricordato proprio un giovane di neanche vent’anni, Giacomo Ulivi, che nel lontano 1944 fu fucilato sulla Piazza Grande di Modena, in un suo scritto pubblicato nel volume Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana, pubblicato da Einaudi, arrivatomi per e-mail nei giorni precedenti le elezioni:
“Cari amici, […] se ragioniamo, il nostro interesse e quello della cosa pubblica, insomma, finiscono per coincidere. Appunto per questo dobbiamo curarla direttamente, personalmente,come il nostro lavoro più delicato e importante. Perché da questo dipendono tutti gli altri, le condizioni di tutti gli altri. Se non ci appassionassimo a questo, se noi non lo trattiamo a fondo, specialmente oggi, quella risposta che speriamo, a cui tenacemente ci attacchiamo, sarà impossibile. Per questo dobbiamo prepararci. Può anche bastare, sapete, che con calma, cominciamo a guardare in noi e ad esprimere desideri. Come vorremmo vivere, domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!”.
E qui concludo, perché è evidente che l’unica responsabilità che abbiamo è proprio quella verso il nostro futuro.
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