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Happy Bloom’s Day, Mr. Joyce!

[CURIOSITA’]

James è ancora lì da quasi un secolo e Leopold da sempre vive girovagando, solo e pensieroso come dal primo e lontano 16 Giugno 1904, data fatidica in cui la “gente di Dublino” lo festeggia cercandolo come in una caccia al tesoro. Lui si nasconde mentre tutti lo cercano, ma il segreto sta nel cercarlo tra le righe dell’Ulisse.

Lo vedevo da lontano osservare attonito i passanti che ogni giorno percorrono la O’Connel Street per poi perdersi dietro quei vecchi portoni colorati che si vedono ancora sulle vecchie cartoline.
Lo vedo sorridere mentre una vecchia melodia aleggia nell’aria, una melodia fatta di versi che sanno di dolore e di speranza di un uomo del Connemara, come tanti da quelle parti, che tanto tempo fa ha lasciato la propria verde isola in cerca di fortuna nel nuovo mondo.
Lo vedo alzare lo sguardo per farsi accarezzare da questa leggera pioggia chiamata “drizzle“ mentre intanto la sua bombetta cerca di fuggire con questo vento che a tratti sembra tagliare il viso, eppure la sua espressione non delinea fastidio, ma solo un senso vivissimo di compiacimento che rimane intatto anche quando le nuvole veloci e grigie giocano a nascondino con il sole.
Qualche volta lo vedo salutare delle belle signore che gli passano accanto cercando di distrarlo dal suo sguardo rivolto verso il cielo, ma non c’è modo alcuno per fargli cambiare posizione. E a chi gli chiede un’informazione lui risponde senza esitare, senza guardare altrove, senza scomporsi.
Mi avvicino per osservarlo e incuriosita mi accorgo che nella sua espressione è nascosto qualcosa che oltrepassa queste nuvole che lo separano dalla luce del sole ma è un sentimento oscuro ed incomprensibile a chi non conosce le favole celtiche, a chi non ha mai sognato di vedere l’America dal Dun Anghus.
Improvvisamente si muove, volge il suo sguardo verso un uomo poco più giovane di lui e senza dire una parola percorrono silenziosamente il marciapiede per poi svanire dietro l’O’Connel Bridge che divide la città in buoni e cattivi.
Mi guardo intorno e vedo tutte facce uguali, con le stesse espressioni, con lo stesso cappello, con lo stesso vestito che si salutano. Mi perdo tra i loro sorrisi, mi chiedo dove sia finito e chi era quell’uomo dall’aria cupa che l’ha portato via quando finalmente li vedo comparire alle mie spalle e salutarsi stringendosi la mano.
James riprende il suo posto, si rimette il cappello e torna a guardare il cielo come se nulla fosse accaduto, mentre invece l’uomo misterioso si perde tra la folla…
Buon Bloom’s Day a tutti!

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