Nomas Foundation: una nuova veduta sull’arte e sulla tragedia del sequestro di Moro
[ARTI VISIVE]
I due mecenati, Raffaella e Stefano Sciarretta mettono un nuovo spazio a disposizione dell’arte e gli danno un nome di memoria latina ma con lo sguardo all’Oriente: la Nomas Foundation è una nuova galleria che ha sede in viale Somalia 33 a Roma, ed è stata inaugurata il 7 maggio 2008. La sede è un vuoto bianco che rimane tale per dare accoglienza all’arte e per dare spazio al “racconto diverso”, alla spiegazione che si può permettere la soggettività, ma che ha dimostrato di raccontare meglio della storia, l’oggettività.
Nomas battezza il suo percorso con un’opera di forte impatto in date troppo evocanti la memoria per non farne cenno. 3,24 di Francesco Arena è unica e sola, mole che si evidenzia sul bianco, sembra innocua invece è puro dramma. Questa la riproduzione della dimensione che Moro ha vissuto nei sui ultimi giorni di prigionia. Così da poter guardare ciò che era l’immagine dell’uomo Moro, il politico che ha vissuto il dramma di una guerra che è stata definita civile e strumentale. L’uomo mitizzato e studiato per il suo ruolo pubblico di credente, di padre e di marito, oltre che di politico. Abbiamo visto la sua immagine stagliata contro la stella a cinque punte delle Br in foto risalenti al 1978, abbiamo interpretato le sue espressioni facciali e le righe delle sue ultime lettere. Ora Arena ci consegna quello che ha accompagnato il suo sguardo fino alla morte, lo riproduce e lo fa ridiventare reale perché la tragedia è reale, anche a trent’anni di distanza.
L’arte prova a spiegare con la tensione e la regola dell’accusa tutti i punti non chiari della vicenda, tutti gli echi e tutti i vuoti che hanno riempito con la loro inconsistenza la nostra storia politica e sociale, dimostrando però di mantenere alta l’attenzione verso l’intimità.
Nomas Foundation ospiterà 3,24 fino al 10 settembre 2008 per riaprire in autunno con “qualcosa che ci stupirà” ci ha promesso Raffaella Sciarretta, e dato il valore culturale della collezionista, studiosa del Vicino Oriente Antico e del mondo Iranico Preislamico, non possiamo che provare naturale curiosità per ciò che ci proporrà.
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