PERDERSI IN UN SOGNO, IL GIARDINO DEI TAROCCHI
“Il mio giardino è un posto magico e di meditazione. Un luogo lontano dalla folla e dall’incalzare del tempo, dove è possibile assaporare le sue tante bellezze e significati esoterici delle sculture. Un posto che faccia gioire il corpo ed il cuore. (…)”
Il messaggio scritto su ceramica e datato 20 Novembre 1997 ci introduce alla visita. Ci troviamo all’ingresso del Giardino dei Tarocchi, a Capalbio, in Toscana. Niki de Saint Phalle ci accoglie nel suo mondo spiegandoci il perché di questo giardino artistico. L’idea nacque dopo la visita a Barcellona ed alle meraviglie create dal suo più celebre artista, il grande Antoni Gaudí. Niki si innamora delle sue opere e decide di creare in Italia un luogo che ricordi il Parc Guel della città spagnola. Insieme al marito, l’artista Jean Tinguely e ad altri collaboratori che nei 20 anni di costruzione del giardino si sono avvicendati, crea delle enormi statue ricoperte da ceramiche e specchi. Lo chiama Giardino dei Tarocchi perché le statue sono la rappresentazione in grande scala delle 22 carte dei Tarocchi: gli arcani maggiori, anticamente chiamati Trionfi. E proprio di Trionfi stiamo parlando. Trionfo di colore, di luce, di slanci emotivi, di libertà.
Quest’incantevole luogo rappresenta il percorso della vita, con tutti gli aspetti della stessa ed un riferimento specifico al sentimento dell’amore e dell’amicizia, senza i quali tutto questo non sarebbe stato creato. Le strade che lo percorrono ce lo indicano in un modo particolare: anche loro sono opera d’Arte. Il cemento che le ricopre sono stati un foglio bianco per gli artisti; vi sono appunti, ringraziamenti, impressioni, i loro nomi a fare da testimonianza, come fosse l’indice di un libro o i titoli di coda di un film. Lì possiamo leggere mentre il profumo dei tanti fiori tutt’intorno ci avvolge, mentre i colori di queste carte nelle quali possiamo “giocare”, ci ricorda che siamo esseri viventi destinati alla fine ma che grazie ad opere come queste possiamo continuare a vivere.
Se l’intento principale di un’artista è quello di lasciare un segno indelebile del suo passaggio sulla terra, in questo caso Niki de Saint Phalle ci ha lasciato un testamento tangibile e godibile più di un’opera appesa alla pareti di un museo.
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Candida Scanu
arte, capalbio, giardino dei tarocchi, Niki de Saint Phalle, numero072015