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Treviso, Home Festival. Amedeo Lombardi racconta

Dal 3 al 6 settembre riparte a Treviso l’Home Festival, uno dei più grandi eventi musicali in Italia. Guardano in alto i ragazzi dell’Home con la loro line up degna dei più grandi festival europei: dagli Interpol a Paul Kalkbrenner, dai Franz Ferdinand (con gli Sparks) a Marracash, passando per Gemitaiz & Madmen, Lo Stato Sociale, Aucan e molti altri artisti ancora in via di definizione. Abbiamo incontrato Amedeo Lombardi, direttore artistico del Festival per farci raccontare dalla sua voce questo Home Festival.

Chi è Amedeo Lombardi?

Mi è sempre stato difficile descrivermi. E’ ancor di più difficile autodefinirmi, posso provare ad elencare tre qualità che mi riconosco e tre difetti con i quali convivo. Sono determinato, non mi piace vincere facile, riesco a coinvolgere le persone che ho intorno nella realizzazione di alcuni sogni. Poiché questi aspetti non sono sempre di facile gestione, ho come contraltare una tendenza a centrifugare, a non fermarmi mai, a spingere sempre in avanti. Sicuramente ho fatto della mia passione per la musica una scelta di vita ed un collante sociale: non è solo lavoro ma possibilità di creare occasioni culturali, sociale e ricreative in senso ampio.

L’Home Festival, uno dei più grandi festival in Italia: come siete arrivati a questo traguardo?

La nostra è stata una vera e propria crescita, cominciata a piccoli passi ma con un orizzonte molto chiaro a cui guardare. Eravamo – siamo – affascinati da eventi che sanno essere “totali” e popolari, in cui chiunque può trovare un’offerta musicale (e non solo) che possa farlo sentire al centro di un villaggio in cui c’è una sospensione dal tran tran e dagli affanni quotidiani. Siamo alla vigilia della sesta edizione e siamo riusciti negli anni a far esibire alcune tra le migliori voci del panorama musicale italiano e anche finalmente internazionale; abbiamo ampliato i linguaggi e portato al festival l’arte contemporanea, la narrativa, il fumetto, l’illustrazione; abbiamo cercato di educare il nostro pubblico e di coinvolgere attivamente moltissimi volontari che hanno sempre risposto con entusiasmo. Soprattutto non abbiamo mai perso l’umiltà e abbiamo persino sfidato le intemperie. Direi che il coraggio non c’è mancato.

L’home è un festival che si estende per 365 giorni all’anno con Preview o eventi speciali, come per esempio quest’anno è stato il live dei subsonica: da cosa nasce l’esigenza di creare questi eventi off?

Dal fatto di non voler creare un evento che nasca e si concluda in quattro giorni. E’ ovvio che il Festival è quello ma, da parte nostra, c’è anche il tentativo di cambiare un approccio alla musica, l’idea di creare occasioni live per contrastare la mancanza di spazi per i gruppi non solo affermati e per ottenere questi cambiamenti bisogna continuare prima, durante e dopo l’evento.

Una line up che accontenta un po’ tutti, dagli amanti dei dj set, all’indie, al mainstream di qualità: come vengono fatte le scelte artistiche?

Vorremmo ridare dignità alla parola “popolare”: non facciamo gerarchie tra i generi ma offriamo una proposta in cui ciascuno possa trovare posto. Fa un certo effetto vedere che al nostro festival circolano persone di tutte le età e di tutte le preferenze musicali; d’altra parte l’umanità è varia, la musica ha preso mille rivoli in quanto a generi, perché dovremmo fare un Festival monotematico?
Una parte della line up è riservata agli artisti emergenti: in questo caso come li scegliete?
Ascoltiamo ancora tanta ma tanta musica, perché riteniamo giusto faer e dare la possibilità ai giovani ovunque sia possibile con azioni concrete come nel caso specifico, il contest organizzato in collaborazione con lo Sziget festival di Budapest dove oltre a dare la possibilità di esibirsi su palchi prestigiosi come quello dello Sziget appunto e di HOME, anche un contratto con una agenzia di booking di un anno

Cosa ti è restato dentro delle passate edizioni?

Passione. E’ strano ciò che accade alla fine del Festival, è come un caos calmo che ha bisogno di depositarsi. Sicuramente le molte persone che vanno via felici, la professionalità degli artisti, l’entusiasmo dei volontari. l’idea di aver realizzato qualcosa che prima non c’era, qualcosa a cui si ha diritto perché l’arte e la cultura sono bisogni primari irrinunciabili.

Hai ascoltato qualche artista in questi anni che ti ha particolarmente colpito o sorpreso?

Sai ognuno a modo loro mi ha lasciato un qualcosa, ma di tutti la disponibilità nelvolere “aiutarci” nella realizzazione di questo progetto. Come sicuramente sorpresa i Bud Spencer Blues Explosion.

I festival sono anche eventi importanti per le esperienze che si fanno e le persone che si incrociano: da organizzatore ci racconti quali sono state le collaborazioni che ti hanno regalato di più?

Sicuramente uno degli incontri che più ci ha cambiato è stato quello con il Maestro Michelangelo Pistoletto e con il suo progetto Rebirthday – Terzo Paradiso, un’idea di trasformazione sociale attraverso l’arte a cui non ci eravamo mai avvicinati in questi termini. Il confronto e la collaborazione con questo grande artista, che è tale perché ha una visione di cambiamenti possibili, di vere e proprie geografie del cambiamento, ci ha fatto entrare in una nuova dimensione che abbiamo potuto portare anche al Festival permettendo a migliaia di persone che non si erano mai avvicinate all’arte contemporanea di poter conoscere uno dei suoi protagonisti di primo piano in un contesto del tutto anomalo per questo tipo di eventi.

Abbiamo già visto la line-up, ma ci saranno altre novità rispetto agli altri anni? Ci sono delle anticipazioni che puoi svelarci?

Più che novità ci sono gli sviluppi di ciò che abbiamo seminato, annunceremo a breve altri artisti musicali ma la vera novità sono tutti i contenuti extra musicali per diventare sempre di più la “casa delle arti”. La cosa che posso dirvi in anteprima che stiamo organizzando durante il festival i festeggiamenti per i 150 anni di “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

Oltre all’Home Festival cosa bolle in pentola?

Come dicevo poc’anzi, stiamo facendo in modo che l’Home sia una realtà viva e continuata. A tale proposito stiamo preparando due progetti ma non ve li dico per scaramanzia.

Azzurra Funari

amedeo lombardi, Intervista, musica, numero072015, treviso home festival

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