Gran Torino: Albero e Terra
La voce calda e potente di Daniele Berni e il ritmo incalzante delle chitarre di Marco Paradisi sono i primi ingredienti della musica dei Gran Torino che colpiscono, tanto da dover scomodare band come Soundgarden o Alter Bridge per dare un’idea del paragone.
“Stesso Stampo”, prima traccia del debut album “Albero e Terra”, si apre con chitarre ruggenti che si sciolgono poi in una strofa che lascia scorgere ascolti funky e soul nel passato della band, fino ad esplodere di nuovo nel ritornello (che fa venire in mente i Subsonica più ispirati) e si pone come straordinario biglietto da visita per un disco che ha ancora molte sorprese da riservare.
A confermare la prima impressione giungono anche “Segni Sulla Pelle”, con una strofa tra le più coinvolgenti dell’album, “Se Stesso Da Solo”, “Non Credere Soltanto” e il primo singolo del disco, “Fotografie”, con un sound degno delle grandi produzioni.
Intenso il momento introspettivo di “Davanti allo specchio”, in cui ci si trova di fronte a se stessi e si guarda ciò che è stato, ciò che è passato e non torna più ma che deve esser d’esempio per non commettere di nuovo gli stessi errori.
Un ritmo più pacato ma che non scalfisce minimamente la tensione media del disco, caratterizza “L’Ago è La Penna”, tra i brani che si pongono una spanna sopra gli altri, insieme allo splendido dialogo tra un albero e la terra, che dà il titolo all’album. Il pezzo, cantato insieme a Francesca Biancoli, ha uno dei testi più emozionanti del disco: una poesia che racconta la storia di un albero e della terra dove si posa, ma che è anche una metafora dell’amore tra due persone.
Piacevolmente imprevista la canzone di chiusura, l’acustica “La Tua Risposta”, che mostra il duo bolognese perfettamente a suo agio anche nei momenti più intimi.
La riuscita miscela di alt rock d’oltreoceano (sfumato di grunge/crossover) con un gusto melodico funk/soul nelle parti cantate, compone un disco d’esordio maturo e dotato già di un riconoscibile marchio di fabbrica, per una band sicuramente da tenere d’occhio.
Elide Ferrari