Dal Surrealismo all’Atelier Popsurréaliste
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
I baffi di Dalí accompagnano i miei percorsi nel traffico romano che si è riscaldato ancora di più con la primavera. Sbucano appuntiti mentre alzo lo sguardo dalle mappe di google del mio cellulare per cercare il marmo che mi dovrebbe indicare la via che sto percorrendo o me li trovo di fronte, vigorosi sul fondo rosso del retro di un autobus incastrato tra le automobili.
E mentre sospetto dell’allestimento che avranno riservato agli Orologi molli, visto che ho ancora il dono de La persistenza della memoria, titolo originale del quadro di cui sopra, immagino la reazione del genio spagnolo di fronte all’arte del XXI secolo.
Io credo proprio che quei baffetti così arguti, omaggio di Dalí al suo illustre predecessore Velázquez, si sarebbero ripiegati assecondando il sorriso di fronte ai quadri dell’ultima mostra, Atelier Popsurréaliste, presentata dalla galleria MondoPOP. In fondo è tutto partito proprio da lui e oggi, a Roma, da piazza Venezia basta proseguire per via del Corso, intrufolarsi nella traversa di via Greci e scoprire come i sogni assurdi e immaginifici di Dalí abbiano trovato il loro percorso più consono nella cultura pop.
MondoPOP offre fino al 28 aprile uno scorcio sul panorama francese dell’arte Pop Surrealista; del resto l’intera ricerca artistica di Dalí partì proprio dal pensiero del teorico del Surrealismo, André Breton, non a caso un francese. Breton parlava di automatismo psichico e Dalí di metodo paranoico-critico; la collettiva Atelier Popsurréaliste presenta una serie di sogni assurdi catalogati su tela. Le paranoie, le visioni e gli incubi del contemporaneo filtrati dagli occhi dei dieci artisti francesi selezionati per questa mostra da David Vecchiato e Serena Melandri.
Non possono non tornarmi in mente le figure deformate dell’artista spagnolo se guardo i volti con contorni irregolari e ingigantiti di Zelda Bomba che azzarda con i colori per rendere le dimensioni ancora più inquietanti e parossistiche.
Come i grandi del secolo scorso guardavano alla storia dell’umanità, anche gli artisti francesi in mostra fanno nel passato la loro fonte di ispirazione e di rilettura del mondo di oggi; questo indica che la storia ritorna a essere una maestra d’arte e di vita e non più qualcosa da rigettare e da superare con schizzi e linee geometriche. Benjaminjj in Divine e Gloria ripropone i simboli massonici, che ai nostri occhi sembrano relativi a un manuale di storia; su quella carta antica, l’artista ripropone un momento storico vivo e coerente in un pensiero che ha avuto anche il tempo per deteriorarsi tanto da sentire l’esigenza di ritrovare le antiche espressioni.
E poi c’è la sensualità e l’erotismo. Gela Deluviana Diakonoff, prima amante e poi moglie di Dalí, era la nuda e sensuale presenza nel quadri del marito, la rappresentazione stessa dell’Eros. Oggi nel “nuovo surrealismo” la femminilità è sempre simbolo della pulsione erotica, ed è bianca e virginea con gli occhi iniettati di sangue, dalle sue forme scendono gioielli che rappresentano la vita e la morte, così l’arte digitale di Lostfish presenta le forme femminee. Mentre Ciou, con la china su carta, ritorna ai simboli originari del capro come figura demonica, qui la natura rappresenta la parte più contorta del nostro essere umano e tutto ritorna a lei come nel film di Buñuel, regista e collaboratore di Dalí, L’angelo sterminatore. Se le pulsioni dell’individuo si conservano dietro una facciata stereotipata basterà poco per farle esplodere nella loro virulenza. Se rifiutassimo di essere le pecore del gregge, che chiude il film di Buñuel, e ci liberassimo della volontà di ribellione che diventa un fuoco passionale in Fire, Fire, Fire di Ciou, forse potremmo combattere quegli stereotipi che condizionavano noi come l’uomo del secolo scorso.
La lezione di Dalí sembra ben letta dagli artisti francesi in mostra da MondoPOP: simboli, deformazioni del corpo e del pensiero, corpi femminili belli e inquietanti, inconscio che prevale sul conscio, ma sempre e comunque con il divertimento nel fare arte. Ci penso ogni volta che srotolo un Chupa Chups, e mentre la lingua solletica la palla di zucchero stringo tra i denti un sorriso sui colori sgargianti e giocosi del logo del lecca-lecca frutto della mente di quel genio di Dalí.
MondoPOP International Gallery,
via dei Greci 30, Roma
Atelier Popsurréaliste ha in mostra:
100Taur, Benjaminjj, Bunka, Ciou, David “craiion” Monteiro, Fräneck, Lostfish, Malojo, Niark, Odö, Veks, Zelda Bomba.
www.mondopop.it
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