A scuola di jazz con il Color Swing Trio
ROMA- Beniamino era un uomo buono, ma soprattutto era il miglior clarinettista in circolazione. Benny Goodman swingava prima che nascesse lo swing, raccontando in musica l’evoluzione del jazz negli anni ‘30. Oggi quel clarinetto rinasce nel progetto capitanato da Christian Meyer e denominato con una certa enfasi, il Color Swing Trio.
Ancora una volta è il The Place, policromo locale romano, ad accogliere e diffondere musica di qualità e presentare progetti interessanti come quello dell’eccentrico e portentoso batterista degli Elio e le Storie Tese. E fu così che il Trio prese di mira lo Swing, quello dondolante, come solo i grandi jazzisti d’oltre oceano sanno fare. La musica si piega al volere di tre artisti dalle mille facce che sanno regalare note, divertimento e ironia in un sol boccone.
Si suona bene fino a tarda sera, passando in rassegna alcune delle perle dello swing. Il pacchetto prevede anche un easter egg, un regalo prenatalizio per tutti gli amanti della musica studiata al pentagramma. Il seducente trio infatti rispolvera lavagna, bacchetta e pennarello, per spiegare il jazz e le sue strutture ritmiche ricche di improvvisazione. Christian si diletta a passare dalla batteria alla lavagna per cercare di erudire gli astanti: il suo pubblico preferito è quello di tutti i giorni, quello dei supermercati!
E nel market dello swing si trovano musicisti d’eccezione: il succitato batterista noto ai più per le scorribande musicali a fianco del complessino – leggasi EelST – è finemente supportato da Paolo Alderighi al piano e dal clarinetto di Alfredo Ferrario.
Le venature bocconiane, visti i trascorsi universitari di Alderighi, sono un ottimo collante per le fanta-lezioni del trio. La missione da compiere è diffondere il verbo del jazz e trasmetterlo, quasi per osmosi, portando per mano l’ascoltatore con piccole chicche istruttive arricchite da sagace ironia. A rifinire il tutto è il clarinetto di Ferrario, strumento dal suono sobrio, tondo e variopinto. La lezione prosegue così in bilico sul pentagramma e le battute, raccontando la musica di Goodman con alcuni dei suoi cavalli di battaglia come: “Rachel’s Dream” e “Sing Sing Sing” senza dimenticare artisti come Count Basie, grande pianista statunitense e le sue composizioni.
Lo swing è linguaggio polivalente e permette l’uso di soli tre strumenti, come anche di una big band al completo per dirompere nelle platee e nei palchi. Il Color Swing Trio approfitta di un quarto elemento, raddoppiando il suono vellutato del clarinetto con quello di Emanuele Urso, musicista fenomenale anche alla batteria. Il risultato è uno scoppiettante, quasi delirante tripudio alle blue note. L’intreccio è ben ramificato, ma le lezioni private salvano tutti: prima si contano le battute poi ci si lascia trasportare dalle mille e una improvvisazioni. Immancabile è il solo alla batteria di Christian Meyer che ci delizia per un tempo quasi infinito. Lui si muove, vola sopra i tamburi e i piatti senza stilare una goccia di sudore, raccoglie le esperienze statunitensi e le ritmiche brasiliane. Il risultato è funambolismo puro, ricerca del suono e divertimento!
Il prodotto della mente musicale dei tre caballeros del jazz è tutto stipato in un progetto discografico che al suo primo ascolto riporta alla memoria i suoni, le timbriche e le dinamiche della serata.
Un disco da riascoltare alla bisogna, per non essere rimandati a settembre, perché oggi più di ieri lo swing è entrato a far parte della musica contemporanea, consumata quando serve, erudita ma non troppo e senza fronzoli, basta lasciarsi dondolare dallo swing!
Line Up:
Christian Meyer, batteria
Paolo Alderighi, pianoforte
Alfredo Ferrario, clarinetto
Ospite: Emanuele Urso, clarinetto
Federico Ugolini
Foto di: Federico Ugolini
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