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Quando il design è chic

ileniapolsinelli

[DIMODA & DEMODE’]

ileniapolsinelliE’ interessante scoprire come la passione per il glamour contagi il mondo del design. L’immagine è al primo posto, nelle campagne pubblicitarie che vedono tacchi a spillo e abiti vintage impreziosire poltrone asettiche e prodotti ibridi, connubi di funzionalità e tecniche rubate al mondo della moda.

Così, care Fashion Victim, accade spesso di imbattersi in irresistibili creazioni artigianali in fiere o eventi dedicati espressamente all’arredamento d’ interni, durante i quali i mobili diventano supporti da vetrina per strepitosi accessori.
In questo modo ho conosciuto i lavori di Alessandra Ragusa, giovane artista originaria di Taranto trasferitasi poi a Treviso.
Nelle sue geniali opere autoprodotte oggetti di uso quotidiano vengono sfruttati per la loro forma, che salta immediatamente all’occhio svuotata dei significati noti. Un esempio? Il noto packaging per patatine fritte di Mc Alessandra-Ragusa-Post-chips-post-itDonald’s traboccante di foglietti di carta filiformi chiamati post-chips, gioco di parole che richiama il calco inglese post-it. E ancora sottobicchieri che sembrano fette di Emmental rinchiuse in contenitori in plastica per cibi.
Se, a volte, all’aspetto non corrisponde un coerente utilizzo dell’oggetto, può accadere che un banale utensile sia illuminato da nuova luce: è il caso di vecchie scope dotate di un manico-lampada il quale irradia colori fluo, quasi un omaggio all’utilizzo del neon nelle installazioni artistiche.

Muovendosi tra design e merchandising l’artista, che ha partecipato quest’anno a DAB3, la mostra di prototipi per Artshop e Bookshop di Modena, non dimentica il mondo della moda. Durante l’ultima edizione di OpendesignItalia, allestita in varie sedi bolognesi, la Ragusa ha presentato infatti una collezione di t-shirt unisex con sfondo bianco “infestate” da micro-insetti neri, che ora si infittiscono ora si diradano lasciando scoperto il bianco del cotone. La trama, un intreccio di chiaroscuri che ad un occhio poco attento può sembrare un semplice alternarsi di macchie di nero, è pattern ripetuto ossessivamente in pezzi da indossare o inquietanti arredi per la casa. Lo sciame di mosche, quasi come in una decadente fotografia d’autore, si posa su copritavola e tovaglioli, tazzine e bicchieri. Persino le tende non sono esenti dall’invasione, allarmante ma mai kitch.
Sarebbe perfetta come micro-abito abbinato a un paio di stivaletti come i “Wedge Boots” firmati Jimmy Choo…

Sofia Mattioli

 

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