Carpacho_ La Futura Classe Dirigente
Erano stati un ragguardevole squarcio di divertita luce nel 2007 del nostro andergraund, che infatti ebbe un momento di sorprendente vitalità, anche sulla scorta del loro persino sottovalutato La Fuga Dei Cervelli: il prolungato silenzio che ne seguì, rotto solo dalla conferma di polso regolare fornita dall’Ep L’Oracolo E Il Fardello, è oggi finalmente infranto dal loro ritorno, che – rrrulloditamburi – tornano i Carpacho!
Vicino al loro nome sono sovente apparsi riferimenti londinesi ad elettronica, Smiths, Blur, riferimenti Queen prevalentemente trattati come un pericolo da schivare (vabbè, dipende da quali Queen) e una qualche specie di debito, o forse più propriamente vago dualismo, con i primi Baustelle.
Orbene, malgrado si tratti di didascalie e indicazioni più o meno ragionevoli (alle quali sommare il piacere di ritrovare al basso il geniaccio Sterbus, già recentemente passato per questi lidi), ci è una volta di più facile e ampiamente preferibile utilizzarle esclusivamente come mere frecce direzionali, e stabilire sin da subito che abbiamo a che fare con un mondo, quello di questi romani-de-London, dotato di piena autonomia (leggasi anche autoreferenzialità, se si preferisce) e dignità autoriale.
Di conseguenza, una volta masticatolo, questo La Futura Classe Dirigente (Pippola Music) si finisce per non sapere bene come risputarvelo fuori.
Anzitutto perché un conto è essere (e rivelarsi come) un miracolo, altro conto è farne: avrà anche ragione Brecht a definire sfortunato quel popolo che ha bisogno di eroi, ma anche gli eroi in certe situazioni non è che ci si trovino ‘sto gran tanto bene, e infatti si sta con la costante sensazione di non sapere se si sta sacrificando un buon ascolto ad aspettative disperatamente pretenziose, o se i ragazzi si sono fatti trovare come lievemente intorpiditi o in soggezione.
Poi perché stai ancora lì con la bocca piena di personalitàedignitàautoriale, ma effettivamente ti ci ritrovi, a mandar giù fuori tempo massimo qualche indigesta fettina di bianconismo al ribasso di troppo, qualche immagine sorprendentemente tirata via e un vago senso di generale, abulica distanza da ciò che si canta.
E perché quando sei tra i gruppi pop con la migliore circuiteria che Roma abbia visto negli ultimi, facciamo, due lustri, lo sai senza dubbio qualche fantastilione di volte meglio di quasi tutti quelli che ti ascolteranno, scriveranno e leggeranno: niente più della leggerezza di una canzone può richiedere tensione e presenza costanti. E invece i Carpacho! sembrano star lì, in mano lo stesso Beaujolais di quattro anni fa, a declamare svagati e quasi spenti l’esistenza che passa tra le loro sensibilità arcuate, a volte offrendo addirittura l’impressione di saper centrare mirabilmente il bersaglio senza quasi avvedersene (l’abbacinante “Canzone 7 (Winter)” e “Assassino Seriale Sensibile”, per esempio, o l’occasionale teso sussulto di “La Classe Diligente”).
Ad approfittare di un talento invidiabile per concedersi quella che in altri casi avremmo definito una conferma comoda e rassicurante come un golletto a porta vuota, mentre nel loro caso il grosso favore glielo si fa facendogli sapere che sì, va bene, sono belle canzoni, epperò insomma, solo belle canzoni e quando si ha il culo che quando ti fai il culo ti si apprezza tanto, beh, non si dovrebbe perdere il tempo a fare gli autopiacioni o a prendersi paura, ma si dovrebbe semplicemente levar l’ancora e darsi da fare. Futura classe dirigente o no.
TRACKLIST:
01. La Futura Classe Dirigente
02. Il Playmaker
03. Niente Che Non Va
04. Canzone 4
05. Tutto Andrà A Finire
06. Assassino Seriale Sensibile
07. Canzone 7 (Winter)
08. La Classe Dirigente
09. Le Riprese
10. Oh Oh, Pasticho!
Carpacho!
Marco Catani: voce, chitarre;
Daniele “Little P.” Bova: chitarre;
Isidoro Galatro: batteria
Matteo Manni: chitarra
Pasquale Citera: tastiere
Emanuele “Sterbus” Sterbini: basso.
Francesco Chini
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