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Gastone, oggi come ieri

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[TEATRO]
 
gastoneROMA- Gastone, storia di teatro, amore e di altre facezie è il titolo dello spettacolo in cartellone dall’8 al 20 novembre al Teatro dell’Orologio.

Cinque personaggi si aggirano per la sala facendosi luce con piccole torce. Cercano l’interruttore per illuminare il teatro in cui si trovano, o meglio, la “catacomba” come la etichetta una di loro, viste le pessime condizioni in cui si trova. D’altronde, spiega Ivan il regista, è l’unico teatro che è stato reso disponibile per la rappresentazione di Stipsi -sua ultima grande opera- da uno zio politico solo momentaneamente in carcere. L’unico veto posto è che non si rappresentino spettacoli troppo impegnati di critica sociale.
Una vecchia valiglia al centro del palco, però, cambia le sorti della rappresentazione, perché dentro gli attori trovano i vecchi costumi e il copione originale del Gastone petroliniano classe 1924. Avviene l’ammutinamento e il regista cede alle pressioni dei suoi attori: si va in scena con Gastone.
Ed ecco che ognuno veste i panni degli indimenticabili personaggi della commedia: la giovane promessa del varietà Lucia, la complice sorella Teresa, il fratello brontolone Ermanno, Alfredo l’ex-fidanzato abbandonato e naturalmente lui, Gastone, attore istrionico e vanesio, tombeur de famme rovinato dalla guerra. La sua figura esprime la satira per un mondo di luci e stelle, successo e mondanità che nascondono il vuoto, la presunzione e la meschinità. La trama dell’originale è leggermente modificata, ma il risultato è lo stesso, perché Gastone sarà comunque abbandonato gastdopo aver fatto credere all’ingenua Lucia di poterla avviare ad una fulgida carriera di vedette.

L’adattamento di Massimiliano Coccia punta sulla comicità, esasperando le caratteristiche più grottesche di Gastone e Lucia, in particolar modo, che pende dalle sue labbra in maniera sciocca. Il confronto con questa commedia però risulta difficile, perché si parla di un maestro della storia del teatro italiano e della serie di grandissimi nomi che lo hanno affrontato.
Sicuramente da premiare la similitudine della situazione raccontata in scena con la presente fame di successo facile di molte giovanissime e non solo, a testimonianza che il mondo dello spettacolo ha sempre presentato il doppio aspetto che mostra ancora oggi, pieno di gentaglia infima che promette ogni genere di cose.
Allo stesso modo, l’iniziale riferimento alla decadenza di molti teatri e della fatica che una giovane compagnia deve affrontare per andare in scena sono un richiamo al contesto presente, che però resta svincolato dalla rappresentazione della commedia del ’24 senza nessun ritorno del prologo che riesca, tramite qualche espediente, a saldare insieme le due parti.
Lo spettacolo è scritto e diretto da Massimiliano Coccia ed è interpretato da Alessandra Sani, Ivan Bellavista, Gerry Gherardi, Sara Platania e Simone Crisari.

Francesca Paolini

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