Roma Creative Contest: prima della Finale
[CINEMACITTA’]
In attesa della finale, che si terrà il 12 Giugno all’interno del Teatro Vittoria, noi continuiamo a proporvi i cortometraggi in gara, proiettati durante le serate del 29 Maggio e del 5 Giugno.
Lo spettacolo quindi prosegue, per la prima edizione del Roma Creative Contest, che ha trovato il suo successo attraverso l’ottimo numero di presenze e partecipazione. La qualità dei video mostrati e delle esibizioni live, hanno così dato buon esito ad una rassegna che, di certo, avrà il suo proseguo negli anni a venire. Pronti a conoscere i nomi dei vincitori, ci lasciamo andare ancora una volta all’interno del Teatro Vittoria, per vivere sopra le nostre poltroncine rosse quell’attimo di pura finzione: lo spettacolo.
Oggi gira
Regia: Sydney Sibilia
Il protagonista, Gianni, cerca innumerevoli volte di suicidarsi. Perchè? Una ragazza a cui dava ripetizioni di Latino lo ha piantato e adesso lui è alle prese con una terribile depressione.
In tutto questo ci si mettono anche due clown, giunti ad una festa di compleanno, per rubare un po’ di mercanzia.
Un cortometraggio folle, che scorre piacevolmente, tra battute comiche e scene divertenti.
I protagonisti strepitosi, lasciano agli spettatori una sensazione frizzante, per un’opera composta perfettamente, priva di momenti morti.
Notturno
Regia: Bartolomeo Pampaloni
Sezione: Piano- Sequenza
Lucio è un guardiano notturno in un Museo. Una notte, per i soliti controlli di routine, Lucio si imbatterà in un mimo. Dopo le iniziali incomprensioni, il protagonista sembrerà abbassare le guardie di fronte al divertimento del gioco.
Lungo piano sequenza che ci mostra questo sfaccettato rapporto, di due individui che si incontrano in una notte strana, dove magia e finzione giocano una bella parte.
Caffè capo
Regia: Andrea Zaccariello
Un politicante sta cenando in un autogrill. Una volta che è uscito dal bagno, nota tavolo un uomo africano che sta dividendo il pasto nel suo stesso piatto. Invece di infuriarsi, l’uomo furbo non solo si sente generoso nell’aver condiviso il pasto con un uomo di colore, ma presuppone che possa essere anche un’ottima strategia elettorale.
Cortometraggio scorrevole e ben riuscito, sia dal punto di vista recitativo che da quello della sceneggiatura, vedendo i due protagonisti alle prese con un finale che ci induce, ovviamente, ad un messaggio antirazzista.
41
Regia: Massimo Cappelli
Con Ugo Dighero, l’opera fresca e simpatica, ci mostra un uomo a zonzo per un museo, che annoiato comincia ad ascoltare attraverso l’audio guida, le vite degli altri visitatori. Ben diretto e dall’ottima fotografia, la storia in sé ci mostra come ognuno di noi debba riuscire ad avere la capacità di guardare dentro se stessi e la propria storia. Riflettere su come siamo sembra poi così difficile?
In My Prison
Regia: Alessandro Grande
“L’intelletto annulla il fato. Finché un uomo pensa, egli è libero”, importante quanto profondo il cortometraggio di Grande, che ci mostra un giovane ragazzo alle prese con un’apparente fuga, dalla prigione in cui risiede. Tuttavia nella raccolta di oggetti che il giovane andrà a prendere, scopriremo realmente qual’è il suo obiettivo finale.
Commovente sotto molti punti di vista, nella scena finale che rilascia un certo senso di libertà, ma allo stesso tempo di tristezza, per la semplice speranza che filtra.
La colpa
Regia: Francesco Prisco
La vita di Mauro, avvocato sicuro su ogni cosa della sua esistenza, sta letteralmente per cambiare. Tutte le sue incertezze crolleranno non appena, un misterioso mediorientale, gli farà capire che non tutto è quel che sembra.
Dopo “Fuori Uso”, vincitore del Nastro D’argento 2009, la coppia Prisco-Tognazzi torna, in questo cortometraggio che appare come una specie di thriller psicologico.
Ambientato nella stazione della Cumana di Montesanto, l’opera di Prisco dona momenti di adrenalina, insieme ai misteriosi risvolti che accompagnano il protagonista.
La currybonara
Regia: Ezio Maisto
La storia parla di Robin e Olga, partiti insieme dall’est per cercare fortuna nel mondo. Eppure seppur siano giunti nel West, nella terra promessa, costantemente e ogni giorno, tutto ciò che hanno conquistato potrebbe essere preso da un misterioso nativo del luogo.
Meraviglioso e commovente, il cortometraggio di Ezio Maisto dona speranza.
Ben diretto ed interpretato, l’opera si avvale di non pochi e prestigiosi premi nel panorama dei Festival Italiani.
Tutto Calcolato
Regia: Alessio De Leonardis
Ironico e misterioso, in una via di mezzo tra la commedia e il Noir, l’opera di De Leonardis narra di un piccolo paese in provincia di Roma dove un maniaco pare aggredita delle giovani donne. Il particolare che circonda questa misteriosa figura è, che prima di compiere i suoi delitti, inala del Ventolin.
Fresco ed interessante, il cortometraggio di De Leonardis lancia anche un’accusa ben fondata verso l’esagerazione da parte dei servizi televisivi, e della notizia che spesso si espande talmente tanto da rendere poco credibili, o quasi fantasiose, le iniziali vicende.
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Regia: Giuliano Faggi, Roberto Ostuni e Giuseppe Tuccillo
Sezione: Piano-Sequenza
Piano Sequenza che segue un giovane ragazzo, in attesa di andare ad un funerale, riguardando una foto di gruppo in famiglia.
Peccato che, una volta giunto, ci sarà ad aspettarlo qualcosa per cui non è ancora pronto o che non può davvero immaginarsi.
Un’idea simpatica quella prodotta dai tre registi, che in brevissimo tempo e con un ottimo escamotage, riescano a rendere piacevole la durata del piano sequenza stesso.
Metachaos
Regia: Alessandro Bavari
Video sperimentale, nell’arte visiva che si uscine a quella musica, in questo caso decisamente techno.
Di fatti musica e immagini raggiungono insieme un tale livello disturbante, che contribuiscono ad amalgamarsi al meglio, per generare nello spettatore una pura angoscia.
Una sorprendente visione di oggetti e corpi, irreali, che si espandono vorticosamente in due mondi differenti, tra il bianco e il nero che avanza per sopprimere il primo. Diverse interpretazioni e chiavi di lettura per quest’opera di Bavari, che di certo usa la parola “contaminazione”, per riversarla in una tormentata visione.
L’amore è un Giogo
Regia: Andrea Ravetta
Andrea Ravetta, con la complicità dello straordinario attore e comico italiano Neri Marcorè, sforna un cortometraggio impeccabile, dai risvolti inaspettati, che ci lascia di certo un sorriso tra le labbra.
La musica, piacevole verso la fine, ci lascia andare dopo un intermezzo ricolmo di tensione, dove il nostro protagonista inizia una partita a Poker che lo porterà quasi alla rovina.
Tra mobili barattati e un espressione sempre più contratta, ripercorriamo insieme al giocatore, il suo motivo di disperazione, nell’amore perduto e nella ripicca che avrà atto.
Scenografia e sceneggiatura si tengono a braccetto, per un’opera davvero piacevole.
Alessia Grasso
Alessia Grasso, cinema, martelive, martemagazine, Roma Creative Contest, rubrica cinemacittà