Areamag_ Si salvi chi può
Pura grafite che incide a memoria su un disco in vinile, ricordo di un’era analogica che riaffiora nella scelta sofisticata degli strumenti. La macchina circense apre il sipario di un palcoscenico variopinto.
Archibugio contro l’ecomafia e la mala educazione, sul pentagramma di carta pergamena si distende il campanello di allarme di Areamag in arte Gabriele Ortenzi.
Il grido salvifico propone quattordici brani, quattordici percorsi alla scoperta di quella Europa cattiva, punitiva e ingiusta, partendo dal suolo italico fino alle realtà fognarie di Bucarest e di Ceausescu.
Le paure del mondo, in fondo, sono fantasmi da scacciare, ma sono anche realtà a cielo aperto che il teatrino (canzone) di Ortenzi attacca a suon di clarinetto.
Prima strumento immaginifico utile al bisogno per individuare a distanza di sicurezza loschi figuri – una sorta di cannocchiale vivifico -, poi bollitore di note per scacciare il business della spazzatura, la schiavitù delle ragazze dell’est e le conseguenze disastrose dei campi minati.
Si recita a soggetto e la musica di sottofondo è quella del cantautore, certo, impegnato. Impegnato a raccontare e ricordare che forse un’arca salvifica esiste ancora. Forse quell’ascensore, astronave nata dalla fantasia, reminiscenze dell’infanzia, o forse quella bottega delle ombre, fucina prolifica, dimora artigiana dei suoni dove si riversano mostri e orrori nell’intento di plasmare da essi qualcosa di buono.
Affianco al cantautore c’è il percorso nella fabbrica dei suoni, per restare come un bambino appiccicato alla vetrina del suo negozio preferito, quando il fiato disegna sul vetro trasparente nuvole di passione che guardano ben oltre il proprio naso. E’ goduria dell’udito, percorso timpanico alla ricerca del più sottile e nascosto degli strumenti: acustici, a corde, elettronici e rimediati, con eleganza, dalle mensole di casa. E si procede percependo quella purifica commistione di generi che tocca le note pronte e decise del rock progressivo, fino a snocciolare il passo cadenzato del walzer, a incrociare corde leggere e fiati e quel piano che a volte è giocattolo e a volte si fa più serioso e composto.
E se per qualche istante il Vaticano finisse in Brasile, siamo desti e non sognanti; è il carro errante di Areamag che si sposta quasi per magia a toccare ritmi e melodie dei cinque continenti. Si riapre il sipario e ci si trova catapultati a Rio immersi in una Samba salvifica, che libera tutti con qualche riserva per la Santa Sede. Il messaggio è chiaro e una maschera per tutti ancora non c’è. Si salvi chi può, dunque, e recuperiamo una copia di ogni strumento, perché la musica di Areamag possa sopravvivere. Tra ingranaggi, frizioni e meccanica del suono, con qualche rimembranza di Capossela noi chiudiamo il viaggio sperando non sia l’ultimo.
Giusto il tempo per una traccia nascosta che si rivela, in punta di vinile, la chiave di volta per uscire da questo papocchio in cui siamo stati cacciati, perché se prima si stava meglio non è solo luogo comune, ma ricordo del passato quando il gioco salvava veramente tutti. Noi giochiamo ancora e voi?
TRACKLIST:
1 Io Non So Stare Al Mondo
2 L’omino
3 La Discarica
4 Tana Libera Tutte
5 Bombino
6 Appartamento In Centro
7 Tombino
8 La Bottega Delle Ombre
9 Cattivo
10 L’ascensore
11 Cara
12 Feisbum
13 Vaticano
14 Si Salvi Chi Puo’ (+ Ghost Track)
Federico Ugolini (www.musicenology.com)
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