Conte e la sua “orchestrina”
ROMA- Mentre fuori su Roma pioveva “un mondo freddo”, Paolo Conte e i suoi preziosi musicisti deliziavano il pubblico delle grandi occasioni presente all’Auditorium della Conciliazione, dove dal 30 novembre al 4 dicembre si sono tenuti i concerti del cantautore astigiano.
Diciannove sono state le tappe musicali del viaggio, un excursus breve condotto tra canzoni ormai note, ma non consuete e quelle tratte dall’ultimo cd Nelson, ancora tutte da scoprire nella loro dimensione live.
Il concerto ha dato nuove decodificazioni interpretative offrendo differenti letture di brani storici.
Allora “Bartali” perde, questa volta, la gaiezza della scampagnata per puntare lo sguardo sulla tristezza della solitaria salita, poi all’improvvisa scatta veloce come pedalata in fuga. “Dancing” diviene quasi enigmatica. L’insondabile “Max” lascia intravedere lo svelarsi del suo segreto dagli intensi assoli. L’elegante “Madaleine” struggente più che mai. Tra le canzoni nuove “L’orchestrina” ha già conquistato il cuore e l’orecchio degli appassionati.
La poetica contiana oscilla tra frasi che in poche parole sintetizzano un universo e parole evocative di mondi infiniti. Immagini sonore a colori si dispiegano in vedute, quasi sinestetiche, dalle prospettive indefinite. Un’eco di spazio e tempo sottolinea l’attenzione su gesta quotidiane che vanno oltre la loro piccola intimità. Il tutto narrato dall’inconfondibile voce e da una piccola agguerrita orchestra. Larga parte dell’organico collabora da lungo tempo con Conte, tra questi citiamo Daniele Di Gregorio (Batteria, Percussioni, Marimba, Piano) e Massimo Pitzianti (Accordeon, Bandoneon, Clarinetto, Sax baritono, Piano, Tastiere), che sembrano essere suoi dei veri e proprio alter ego sul palco. Musicisti in movimento, abili anche nel passare da uno strumento all’altro per enfatizzare, sostenere e esplicitare la narrazione musicale. Lo stesso Conte ha lasciato il piano non solo per cantare, ma anche per cimentarsi con la marimba.
Un sentito applauso anche a tutti gli altri ineccepibili: Nunzio Barbieri, Lucio Caliendo, Claudio Chiara, Daniele Dall’Omo, Luca Enipeo, Piergiorgio Rosso.
Paolo Conte è personaggio schivo e spesso lo rimane anche sul palco, quasi sfuggente dietro il pianoforte, lascia raccontarsi dalla musica. Un artista che si dedica all’Arte, che nel tempo abbiamo conosciuto anche come pittore, con curiosità appassionata e sotto la guida di un’acuta sagacia. Il suono dell’irriverente kazoo, lo spiegare la genesi di un brano dal titolo ambiguo, come “La massaggiatrice”, disvelano un Paolo Conte live apparentemente più facile. L’ironia gioca un ruolo fondamentale nello stralciare quel velo di snobismo intellettuale di provincia: enigmaticamente affascinante, ma che può risultare a taluni un po’ scottante perché “non se ne capisce il motivo”.
Maria Luisa Bruschetini
Foto di Daniela Zedda
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