Ritratti d’interni in via Margutta
[ARTI VISIVE]
ROMA – Se l’incantevole cornice di Via Margutta non rientra spesso nei tragitti o negli itinerari più battuti dai romani, e non è una fra le prime mete che vengono scelte da essi per un’uscita o una passeggiata per le strade della loro città non è da stupirsi.
La famosissima via non è certo un luogo vivace, da frequentare per il particolare fermento, e da qualche decennio a questa parte non è nemmeno più quella che è stata in un passato molto recente, cui è affezionato un certo tipo di immaginario collettivo, quando era il luogo in cui avevano scelto di vivere molti degli artisti che abitavano la città. Come è infatti noto, tra gli anni ’50 e gli anni ’60, si avvicendarono nei bellissimi palazzi, attici e mansarde di Via Margutta personaggi e artisti quali Federico Fellini, Giulietta Masina, Anna Magnani, Gianni Rodari, De Chirico, Giacomo Balla, Renato Guttuso (per citarne solo alcuni), ed era dunque un luogo che trasudava un grande fermento culturale proprio grazie alla presenza dei suoi particolari inquilini, ma anche a quella delle numerose botteghe d’arte e gallerie che ospitava all’epoca.
Il ricordo di tutto questo si può dire abbia lasciato delle tracce ancora oggi visibili poiché, passeggiando in Via Margutta, oltre alle Gallerie d’Arte Contemporanea, agli atelier e ai ristoranti alla moda, si ritrova ancora qualcosa che richiami allo stile di una volta e, se non ci si lascia estraniare dalle voci quasi unicamente straniere e dalle eleganti automobili che hanno accesso al passaggio e che sembra stiano sfilando su una passerella, si può riuscire ad avvicinarsi con un po’ di immaginazione alla vita che si è consumata in questa strada da cartolina, resa celebre in tutto il mondo dal romantico film Vacanze Romane (1953).
E’ al numero civico 51 di Via Margutta che nel film viene ospitata la “principessa” Audrey Hepburn dal giornalista Cary Grant, e tale portone è ancora oggi meta di pellegrinaggi di fan del film e di curiosi che si intrattengono per fare qualche fotografia. Poco più in là, al numero 54, protetto da un bel cancello in ferro battuto si apre invece un cortile di ghiaia, molto scenografico, in cui se si ha tempo vale davvero la pena di entrare a dare un’occhiata. Circondato da edifici ricoperti da rampicanti ed edera che nascondono vetrate di atelier e studi di artisti in cui si può sbirciare e vedere gli addetti del mestiere all’opera in tempo reale, nel cortile spicca l’entrata di una galleria che in questo momento (e fino al 22 luglio) ospita i lavori del famoso fotografo fiorentino di interni Massimo Listri con la mostra fotografica Ritratti d’interni, con la quale la gallerista Francesca Antonacci ha inaugurato il suo spazio giovedì 3 giugno.
Quello della mostra di Listri è senz’altro un ottimo pretesto per fare una passeggiata in Via Margutta e prendere confidenza dunque con il suo mondo incantato e un po’ distante dalla realtà, poiché vi si offre l’occasione di assistere a un’esposizione di foto davvero particolari, che mostrano gli interni di alcuni fra i palazzi antichi, i musei, le biblioteche e i luoghi d’arte più belli e conosciuti del mondo, immortalati sotto una luce diversa, nei più vari formati – ci sono foto da addirittura cinque milioni di pixel – ripresi sia in pellicola che in digitale o riprodotti su foto solarizzate che danno ai colori una luminosità e una lucentezza molto marcate, rendendoli molto accesi e che fanno apparire questi luoghi classici quasi come sospesi tra sogno e realtà. E’ così che quella che può cominciare come una passeggiata in Via Margutta diventa l’occasione per un’escursione in cui si passa dalla galleria di Palazzo Colonna alla sala di lettura della Biblioteca dell’Abbazia di Kremsmunster, agli interni del Castello di Friedstein, al Museo di Storia Naturale di Londra o alla magnifica biblioteca di Strahov a Praga, a due passi da Piazza del Popolo.
Alice Salvagni
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