FlamenQueVive: l’alma flamenca di Picasso
ROMA- Danza, proiezioni video e musica: raffinatezza e armonia delle forme per uno spettacolo che unisce luci e colori. Pablo Picasso, andaluso, rivive con il suo mondo artistico e le sue passioni nell’espressione forse più alta ed espressiva della Spagna tutta: il flamenco.
Invito alla Danza, manifestazione diretta da Marina Michetti da ormai 22 anni, giovedì 5 luglio presso il Teatro di Villa Pamphilj ha offerto uno spettacolo davvero singolare: Pinturas.
Tra gioia e dramma, tenerezza e passione, allegria e lacrime, la Compagnia FlamenQueVive diretta da Gianna Raccagni si è esibita nella vita di Picasso mezclando la danza ai filmati della vita e delle opere del pittore andaluso, ripercorrendo così le tappe più importanti della sua carriera.
Sei pezzi danzanti ispirati alma y mùsica a momenti fondamentali della storia del pittore: da Malaga, sua città natale al periodo più introspettivo e melanconico della sua vita d’artista, quando dipinge soggetti solitari ed emarginati immersi in un bagno di blu.
Le linee, le forme, i colori rivivono quindi nelle movenze sinuose delle braccia, nei movimenti netti delle gambe, nello sbattere forsennato e ritmico dei piedi, nello sciabordio quasi acquatico dei costumi meravigliosi di Moda Flamenca Molina, mentre i quattro interpreti Gianna Raccagni, Maria José Leon Soto, Valentina Perrone e Claudio Javarone si esercitano nell’arte che meglio di tutto esprime l’anima feroce eppure armonica che da terra (il zapateato) si innalza al cielo (il braceo).
Il rapporto tra forma e spazio prende il sopravvento e investe anche il rapporto tormentato e violento che il pittore ha avuto con le donne: tre quelle più importanti, ballate dalle donne della compagnia, che le interpretano in quadri danzanti che ne esprimono le diverse peculiarità caratteriali.
Il passaggio obbligato è quello del racconto celato in Guernica, il celebre e struggente capolavoro dell’artista che racconta le barbarie del bombardamento del paese basco durante la guerra civile spagnola.
Mentre il racconto termina con una rappresentazione ideale della Parigi in cui Picasso visse dal 1904 fino alla sua morte.
La forza, la passione, l’allegria e la struggente tristezza del flamenco da una parte. L’audacia, la visionarietà, la pazzia dei quadri di Picasso che fa da contraltare dall’altra.
Due espressioni artistiche forti che fanno parte di due mondi diversi, apparentemente distanti, ma che trovano il loro spazio di narrazione in questo spettacolo. Il sipario di Pinturas è un meraviglioso equilibrio di danza musica e arte, che dà vita ad una mise en scene di rara raffinatezza, cadenzato da sonorità melanconiche ed immagini appassionate di sicuro coinvolgimento.
“Ballano, in un piccolo retrobottega intonacato,
con la violenza e la nobiltà di certi attacchi di nervi,
con quella misteriosa lotta contro un angelo epilettico” (Jean Cocteau)
Edyth Cristofaro
Foto di Federico Ugolini
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