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Poesia superstite: Andrea Franchi

Andrea Franchi ha pubblicato in primavera il suo disco d’esordio, Lei O Contro Di Lei, ma è tutto tranne che un esordiente: ha iniziato a lavorare più di dieci anni fa con nomi del calibro di Marco Parente e Irene Grandi ed è dal 2003 uno stretto collaboratore di Paolo Benvegnù, senza contare che ha lavorato anche in teatro. Insomma di cose da raccontare ne ha in questa lunga intervista!
Il tuo progetto solista inizia nel 2008 ma il disco è uscito solo 4 anni dopo, come mai tutto questo tempo?
Sono stato molto occupato con le altre collaborazioni, soprattutto quella con Paolo Benvegnù per Hermann che mi ha portato via molto tempo, poi una volta finito quel disco ho potuto dedicare a questo progetto un po’ più di tempo. Sono riuscito a lavorarci dal 2010 in maniera un po’ più serrata e poi ho registrato nell’agosto – settembre 2011 ed è uscito nel 2012.

Hai realizzato il disco col collettivo Pupazi, com’è nata?
Anch’io faccio parte dei Pupazi, un collettivo di un po’ di persone nato più di tre o quattro anni fa a cui abbiamo deciso di dare un nome proprio per farlo diventare qualcosa di concreto. Quando ci siamo trovati a registrare l’album abbiamo comunemente deciso di farlo a nome mio anche perché questi pezzi li ho scritti io e poi ne ho curato a parte la produzione e anche molti degli arrangiamenti. L’intervento del gruppo c’è stato ed è stato rilevante però molte cose sono opera mia. Poi in futuro si vedrà! Adesso il gruppo sta prendendo una bella piega perchè siamo tornati a lavorare su alcuni brani e abbiamo dato loro un taglio diverso, li abbiamo sviscerati per trovare il suono del gruppo che a noi un po’ mancava.

Ad esempio quali sono i brani a cui avete dato un suono un po’ diverso?
Per il concerto del 13 luglio a Prato abbiamo riarrangiato “Cheng Wei”, “Confini Immaginari”, “Appartamenti”, andrea franchi 1“Superstiti” in una versione quasi solo chitarra e voce accompagnati dal sax baritono, “Uno Come Te” chitarra e voce mentre nel disco ha un’orchestrazione impossibile da riportare nel live. Questa ricerca di un nuovo sound ci tornerà molto utile in futuro anche perché il gruppo non andrà sempre in giro in quartetto per cui ci fa comodo quando facciamo qualche data come duo, come succederà ad ottobre. Inoltre personalmente mi annoio a suonare i pezzi sempre nello stesso modo! Nonostante il disco sia uscito da poco e non abbiamo fatto molte date, per me è molto importante rinnovare sempre il suono della band e trovare nuove idee.

Lei O Contro Di Lei, insomma nessun amici come prima?
Lei O Contro Di Lei
è prima di tutto il titolo di un disco di amore verso le cose del mondo. Lei O Contro Di Lei perché io mi sono sentito sempre ad un bivio nella mia vita e quindi ho dovuto fare diverse scelte.
Questo titolo può riferirsi a una persona ma può anche far riferimento metaforicamente alla vita di tutti i giorni con le difficoltà che si incontrano. È un disco sul doppio, sugli opposti, ma allo stesso tempo è anche un disco sull’amore e lo si percepisce in molti brani anche se, essendo un disco molto intimo, ci sono momenti in cui parlo di me, come in “Uno Come Te” in cui mi metto a nudo, e altri brani, invece, parlano di argomenti riferiti alla società attuale, come “La Distrazione”, “Appartamenti” e “Cheng Wei”.

“Cheng Wei” viene da un episodio di cronaca.
“Cheng Wei” parla della morte di tre donne cinesi morte in un sottopasso a Prato nel 2010 che è ancora chiuso, c’è un’inchiesta in corso e son stati mandati alcuni avvisi di garanzia. Io ho preso spunto da questa storia, in cui Cheng Wei era la più giovane delle tre, aveva 32 anni, per scrivere un brano sul razzismo, per parlare di diversità, perché per come è stata gestita la vicenda mi ha indotto un po’ riflettere, ho sentito tante persone che hanno usato delle piccole ma grandi parole razziste su questa vicenda.

“Superstiti” era già presente in 500 di Benvegnù, come mai hai deciso di inserirla nel disco?
Si, anche “L’Invasore” era la tredicesima traccia di Hermann. “Superstiti” nella versione di Benvegnù fu arrangiata da loro, per essere inserita in quel disco. Questo ti fa capire da quanto stessi aspettando di fare questo disco: “Superstiti” già era prevista all’interno del disco, poi Benvegnù mi propose di utilizzare questi 2 brani e io li misi volentieri a disposizione. Sono contentissimo che in Hermann ci siano quattro pezzi miei, uno lo abbiamo scritto insieme io e Paolo. È stato un lavoro molto bello e gratificante.

Parliamo della copertina del disco, l’hai scelta tu?
Si, è una foto tratta dalle riviste anni ’60, che poi è il tema anche delle altre immagini contenute nel booklet che gira tutto intorno alla figura femminile degli anni ’60. Queste riviste e questi fascicoli insegnavano alle donne come gestire tutte le situazioni sia in casa che fuori. Ovvio che al loro interno puoi notare il consumismo che aveva preso piede già negli anni ’50. È l’epoca in cui si inizia con la moda, con le grandi marche e con i cliché che ci ritroviamo a tutt’oggi e fanno di noi delle persone un po’ più cattive e incanalate dentro alcuni standard che la società ci propone, come il consumo. Il disco parla anche di questo.

Ma c’è una cura contro questa situazione?
La cura è essere sempre se stessi per riuscire ad avere qualche piccolo spazio di libertà che ognuno di noi deve ricercare e curare.

andrea-franchi2Ormai hai fatto un po’ di date, meglio sul palco come frontman o come musicista?
Io ho suonato molto la batteria e per quanto il ruolo del batterista non sia marginale, sei lì dietro a suonare, mentre suonare la chitarra, che è in realtà il mio primo strumento, e cantare sembrano darti il doppio delle responsabilità, richiedere una maggiore attenzione. Poi davanti a un pubblico bisogna sapersi comportare e per me non è una cosa semplice. Ero abituato a stare dietro la mia batteria e mi sono ritrovato a cantare in prima linea! Alla fine, però, mi sono trovato bene e alle persone è piaciuto il nostro live come il nostro progetto.

Nel 2009 hai creato e partecipato al progetto Revolver, un omaggio ai Beatles. Come mai avete scelto proprio questo disco per omaggiarli? Credi che in futuro rifarete qualcosa di simile?
L’idea fu dei ragazzi del MusicOff di Modena, furono loro a fare questa produzione e a chiamare i quattro musicisti che hanno composto il quartetto. Eravamo Enrico Gabrielli, Carmelo Pipitone dei Marta Sui Tubi, io e il cantante bassista, Tommaso Tam, un cultore dei Beatles. Al momento non credo che ci ritroveremo ancora insieme a fare Revolver o altre cose, è stata una cosa un po’ estemporanea. Comunque una bellissima esperienza: fare i cori noi quattro è stato molto divertente!


Mina ha inserito “Io E Te”, di cui sei l’autore insieme a di Benvegnù e Dall’Orto nel suo album Caramella. Come hai reagito quando l’hai saputo?
Ti dà entusiasmo, ti appaga per tutto il lavoro fatto, ormai con Paolo sono 10 anni che lavoriamo insieme, a partire dal primo disco, Piccoli Fragilissimi Film del 2003, da cui è tratta “Io E Te”. Mina per me è la voce italiana per eccellenza. Io ancora non ho sentito in Italia una che canta col suo carisma. Credo che sia unica nel nostro Paese quindi se ha scelto un pezzo a cui ho partecipato non posso che essere più che contento.

Oltre che produttore, musicista, cantante hai lavorato anche a teatro…
Sì, anche ultimamente. L’ultima cosa che ho fatto è stata con Paolo Magelli, attuale direttore artistico del Teatro Metastasio, nonché regista internazionale, con cui ho collaborato per la messa in scena de Il Topo racconto breve del poeta e scrittore pratese Raffaello Pecchioli. Io ho realizzato la colonna sonora originale per tutto lo spettacolo. È stato messo in scena a giugno e dal 13 al 16 dicembre sarà in cartellone al Teatro Metastasio per quattro giorni di seguito. Avere l’opportunità di lavorare con PaoloMagelli in un teatro storico come il Metastasio è bellissimo. Magelli è una persona fantastica e preparatissima da cui ho imparato un sacco di cose. Tra l’altro io ero legato a Raffaello Pecchioli, che è scomparso da poco: lui fece la prima recensione di un mio concerto, mi ha sempre spinto a crederci, insomma un riferimento molto importante per me. Poi ho lavorato con Pamela Villoresi e Maurizio Panici, con la compagnia Mannini Dall’Orto per Le Avventure Di Pinocchio.

Come ha influito sulla tua carriera?
Esperienza dopo esperienza io mi sono sentito pronto per Lei O Contro Di Lei. Tutte queste esperienze mi hanno permesso di approcciarmi al mio primo disco in maniera più serena, più sciolta, nonostante non fosse un lavoro facile curare tutto, dalla scrittura dei testi agli arrangiamenti e alla scelta dei suoni, senza dimenticare la copertina.

Sei soddisfatto del disco o cambieresti qualcosa?
Sono soddisfatto per me e per tutti quelli che ci hanno lavorato tra cui devo ringraziare particolarmente Guglielmo Ridolfo Gagliano, chitarrista di Paolo Benvegnù, che mi ha aiutato moltissimo in questo lavoro. Sono soddisfatto di come ha lavorato il gruppo: noi abbiamo dato il massimo e questo mi dà soddisfazione, poi non vuol andrea-franchi4dire che è un lavoro perfetto ma mi sembra anche normale dal momento che è un primo disco registrato in un project studio. Un project studio è diverso dallo studio di registrazione, è più piccolo e non è la struttura propriamente adatta alla registrazione ma è venuto fuori ugualmente un buon disco. Poi alla fine la cosa che conta sono i brani e quelli piacciono. Lei O Contro Di Le è anche molto vario perché io non riesco a scrivere le cose tutte alo stesso modo per cui ogni brano ha una sua impronta ma nonostante ciò il disco risulta comunque fluido ed è tutta farina del nostro sacco, cosa a cui do molto valore.

Hai già in mente un nuovo lavoro?
Si, ne stavo già parlando col gruppo Pupazi. Lei O Contro Di Lei è stato più costruito, il prossimo vorremmo registrarlo quasi in presa diretta.

Già hai composto qualcosa?
Due brani nuovi della colonna sonore de Il Topo li suoniamo già dal vivo. Sono due brani molto interessanti sia per la musica che per il testo. Poi dovrò scrivere qualcosa di nuovo ma soprattutto leggere e farmi trascinare dalle storie. Io parto molto dal testo nella composizione, difficilmente riesco a comporre una melodia e a scriverci un testo dopo, credo non sia successo neanche per questo disco.

Giuditta Danzi

 

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