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Dellera: palco inesistente, la musica si sente

Foto di Daniele Rotondo

Foto di Daniele RotondoROMA- È il 21 maggio, ma potrebbe essere una serata autunnale, quando arriviamo all’Auditorium Parco Della Musica di Roma per assistere al concerto di Roberto Dellera, accompagnato e preceduto dall’amico di sempre, Gianluca De Rubertis, e affiancato per tre canzoni da una nuova conoscenza, Dente.

La serata è parte di Generazione XL, ex “Generazione X”, una rassegna promossa dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con la celebre rivista musicale di Repubblica, “XL”, col fine di promuovere i nuovi talenti accompagnati per l’occasione da ospiti di eccezione.
Ad aprire la serata è stato Gianluca De Rubertis con “La Prima Vera Parola”, l’ottava traccia del suo esordio da wm MG 0007solista, Autoritratti Con Oggetti, a cui seguono altri brani, sempre dello stesso disco, tra cui “Io Addio”, “Rimanere Male”, “Hotel Da Fine” accompagnato dal sax di Enrico Gabrielli.
Per “Mariangela”, ultima canzone in scaletta per De Rubertis come solista, arriva Dellera, nella sua tradizionale veste di bassista, prima di tornare sul palco per la sua ora abbondante di concerto.

Dopo pochi minuti di pausa, infatti, torna in scena con la chitarra elettrica al collo e un pezzo nuovo in inglese, che ci fa ben sperare che i suoi impegni con gli Afterhours non lo conducano lontano dalla sua carriera solista.

Dopo “Il Tema Di Tim E Tom”, tratto da Colonna Sonora Originale, si continua proprio con “Tutti Gli Uomini Del Presidente” e “Due Di Noi”, brani provenienti da I Milanesi Ammazzano Il Sabato, pubblicato nel 2008 dal gruppo torinese di cui fa parte Roberto.
Arriva il momento dell’ospite più atteso, Dente, con cui Dellera ancor prima di iniziare a suonare si diverte a scambiare qualche battuta su come si sono conosciuti, ovvero ad un bar.
In duetto con Dente e con la sua chitarra acustica male accordata eseguono “Le Parole (Rivoglio il mio disordine)” e “A Me Piace Lei” per poi rendere omaggio a Battisti con “Vendo Casa”, brano scritto da Lucio a quattro mani con Mogol e cantato insieme ai Dik Dik.
wm MG 0011Non è questo l’unico omaggio della serata: come spesso, in scaletta c’è anche “Stay” dell’amico Micky Greaney e “A Design For Life” dei Manic Street Preachers, ma non mancano anche i brani più amati dai fan di Dellera, come “Ami Lei O Ami Me” e “Oceano Pacifico Blu”, su cui prima il flauto e poi il sax di Gabrielli non fanno sentire la mancanza del violino di Rodrigo D’Erasmo, che in genere accompagna questo pezzo.

Il pubblico non è numeroso come il concerto avrebbe meritato, ma i presenti hanno ascoltato con attenzione e gusto dalla prima all’ultima nota, in un luogo che comunque viene ancora poco sfruttato per questo genere di musica.
La situazione è quanto mai intima, il palco è inesistente, gli artisti, quando non sono impegnati agli strumenti, guardano il concerto dai lati della sala come se fossero capitati lì per caso e fossero restati per puro piacere. Come ha spiegato lo stesso Dellera nel corso del live, lui, De Rubertis, Gabrielli e gli altri sono “una cricca di amici” che per quanto progetta cose poi si trova sempre a suonare insieme in maniera un po’ casuale.
Esattamente come dovrebbe essere quando si fa musica per passione, come Roberto trasmette sia con basso e chitarra, che con la sua voce dalle mille diverse sfumature che tocca corde profonde in chi lo ascolta.

Giuditta Danzi

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