Monsters and Cuties tra i toys di Squid Ink
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
Vi ricordate i personaggi delle serie di cartoni che i primi canali privati della TV nazionale hanno portato nelle nostre vite lasciandoci il vuoto dei finali e di tutte le scene tagliate dalla censura?
Questi sono dei veri traumi infantili che risolti da adulti sono un po’ come gli orecchioni, lasciano qualche conseguenza spiacevole. Le conseguenze devastanti sono evidenti quando le serate con gli amici si chiudono cantando le sigle dei cartoni animati, e la canzone preferita che accompagna i movimenti in discoteca recita: O… O… O… Occhi di Gatto. Generazione che vive nel passato e che rimane traumatizzata nel sapere che adesso la Barbie indossa delle mutandine in rilievo. Se non esistono più i giocattoli di una volta allora ci ha pensato l’arte a creare dei nuovi giochi per gli adulti nostalgici.
A Roma c’è uno spazio interamente dedicato ai toys da decorare e decorati da artisti emergenti e non, Squid Ink.
Questi strani oggetti dalle forme morbide, che vengono arricchiti da strani oggetti e suppellettili, sono la mania di collezionisti raffinati ed espertissimi che mettono alla dura prova gli artisti abituati a lavorare sulla tela. Il tutto è, ovviamente, partito dal Giappone, del resto anche i Cavalieri dello Zodiaco erano di quelle parti, no? Lì si è trasformata la poesia dei film di Miyazaki in un vero e proprio museo, Il Ghibli di Mitaka, sobborgo a ovest di Tokyo.
Gli statunitensi hanno intuito subito che quegli oggetti, che inizialmente erano vere e proprie sculture realizzate dagli artisti, potessero diventare le “nuove tele”. Del resto è negli Stati Uniti che nasce la lowbrow art. Le moto, le tavole da surf o da skateboard dagli anni ’70 si colorano e si “customizzano” (italianizzazione poco riuscita fonicamente di custom, che vuol dire genericamente modificare su misura) in modo sempre più raffinato; le tattoo conventions vengono frequentate da un pubblico sempre più vasto, pubblico che decora la sua pelle e si diverte nel vedere un pupazzo simpatico e dolce trasformarsi in un brutto incubo.
Quel pupazzo serve ad esorcizzare a levar via i demoni, quasi un portafortuna rituale come le statue del Presepe a Natale, un mostriciattolo che esce dalla testa dell’artista come uscivano le miniature dai fantastici robot degli Yattaman.
A Roma Squid Ink è uno spazio in cui trovare i tutti i nuovi giochi, che anche siamo un po’ cresciuti possiamo prenderci il lusso di collezionare; toys da decorare ex novo, e progetti originali di artisti che, circa una volta in un anno, vengono inseriti in un contest e invitati a esporre nello spazio. La mostra di quest’anno è Monster e Cuties, il bello e il brutto che si guardano a vicenda e si fanno l’occhiolino perché entrambi sono buffi.
Dodici artisti nella collettiva tra cui spicca il pagliaccio cornuto di Sergio Mancini, di San Paolo, vincitore come miglior designer per il progetto Munny nel concorso del 2011 promosso da Kidrobot, azienda americana leader nel settore che produce dal 2002 toys da decorare e concorsi per promuovere la decorazione degli stessi come forma artistica.
La presentazione delle opere realizzate per i contests prevede la realizzazione di nuovi toys direttamente di fronte al pubblico che può osservare come degli artisti di trasformano in decoratori del giocattolo, così si sarebbe detto fino a qualche anno fa. Forse Giulia Priori e Paolo Gojo Colasanti la prima per la versione cutie e il secondo per quella monster, non si ritroveranno nella definizione di decoratori, ma penso che ogni più coraggiosa innovazione ha con sé una tradizione anche non riconosciuta, e la riscoperta di un’arte antica ma che si aggiorna ai tempi e che oggi lascia il legno di Geppetto e scopre il vinile.
Squid Ink è uno spazio coraggiosamente di nicchia, un luogo in cui agli artisti si chiede di giocare, uno di quegli strani pupazzi magari sarà posizionato vicino al nostro monitor e renderà meno triste la pianta grassa che, leggenda o scienza, vuole serva a eliminare l’inquinamento elettromagnetico. Un toy non avrà questo potere, ma tra una mail e un impegno di lavoro, mi ricorda che so essere ancora un po’ bambina come quando canticchio O..O…Occhi di Gatto.
Monster e Cuties ha in mostra i lavori di David Bishop, Dolly Oblong, Edgar Rene Marquez Sanchez, Emily Bee, Gabriel Carpio Sergiacomo, Igor Ventura, Luihz Unreal, Matucha, Nervis Wrek, Nevercrew, PodgyPanda, Sergio Mancini, Tim Munz.
Squid Ink, via Carlo Dossi, 73/75
www.squidink.it
Shiba
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