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Mirò! Poesia e Luce

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[ARTI VISIVE]

23OKROMA- Binomi sin dal titolo nella mostra Mirò! Poesia e luce. Nelle nove sale del Chiostro del Bramante di Roma in queste temperate giornate di primavera si potranno ammirare oltre 80 lavori dell’artista spagnolo Joan Mirò.

Un’esposizione curata dalla storica dell’arte Marìa Luisa Lax Cacho che ha ottenuto dalla Fundaciò Pilar y Joan Mirò, tra il 1997 e il 2000, ben tre borse di studio di ricerca per approfondire gli studi sull’artista.
Dicevamo binomi, proprio così: poesia e luce, pennellate e schizzi, curve e spigoli, suture e abrasioni, bianco e nero e perfino Oriente e Occidente. A essere protagonista di questo viaggio d’arte e attraverso l’arte è la terra materna di 1OkMirò: Mallorca. Un luogo che lui stesso scelse negli ultimi trent’anni di attività perché carico, come diceva sempre, di poesia e luce. Oltre al fatto che Mallorca era luogo delle radici materne, carico di vita e di sole. La mostra proietta il visitatore nell’ultima lunga fase della vita di Mirò, quando si realizzò il sogno di avere uno spazio nell’isola tutto suo. Trovò una silenziosa oasi di pace nel suo studio progettato dall’architetto catalano Josep Lluìs Sert che da lui prese il nome di Atelier Sert. Qui Mirò andò oltre la pittura con cavalletto realizzando tele di grandi dimensioni. Abbandonava sempre più spesso i pennelli, intingendo le mani nei colori. Attratto da tutte le espressioni artistiche elementari, quasi fanciullesche, che riproporrà in questa fase matura della sua vita artistica. Ispirato dall’arte popolare, dall’arte preistorica e dai simboli orientali. Visse a Maiorca dal 1956 al 1983. E le parole di Marìa Luisa Lax delineano così questa fase: “di indipendenza sconfinata, in cui il processo creativo di Mirò si allaccia all’impulso iconoclasta del dadaismo, al linguaggio gestuale dell’espressionismo astratto americano o alla calligrafia dell’arte orientale”.

Tra le opere esposte si potrà ammirare “Femme dans la rue” del 1973; il “Senza titolo” del 1978; e opere come “Schizzo per la pittura murale del Terrace Plaza Hotel de Cincinnati” del 1947; oppure il “Progetto per un murale per la sede delle Nazioni Unite a New York” del 1952. Questi sono solo alcuni spunti per offrire un assaggio ai curiosi. Ma scoprire le tele e osservare quelle forme e quei puzzle di colori è altra cosa.
La mostra, aperta fino al 10 giugno prossimo, nel cuore della Capitale e a pochi passi da Piazza Navona, è stata patrocinata dell’Ambasciata di Spagna; prodotta e organizzata da Arthemisia Group, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e DART Chiostro del Bramante, in collaborazione con Fundació Pilar i Joan Miró. E se il costo del biglietto (intero) potrebbe forse scoraggiare qualcuno, di sicuro le riduzioni riservate ai giovani (fino a 26 anni) sono un’occasione per un incontro ravvicinato con un poeta del segno pittorico… inconfondibile.

Elsa Piccione  

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