God save the Queen!
[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]
Samuel Johnson, critico letterario, poeta e biografo britannico, diceva: “Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire”. Impossibile contraddire quest’uomo che in sole due righe racchiude l’anima di una delle città più variegate al mondo.
Ogni angolo, ogni strada, ogni singolo quartiere hanno molteplici sfaccettature in grado di soddisfare ogni genere di gusto o necessità.
C’è la Londra della Southbank, che dal Bourough Market, turbinio di odori, colori e sapori, ci accompagna dolcemente fino nel cuore della città mentre accanto scorrono immagini antiche e poetiche che saltano fuori dal Globe, il mitico teatro di Shakespeare. Procedendo accarezzati dal vento, si sente nell’aria un tocco di arte contemporanea racchiusa in una moderna struttura di cemento armato, la TATE Modern, che saluta, quasi ammiccante, l’imponente S. Paul’s Cathedral, che nella pienezza e staticità del suo stile formalmente classico ma di interpretazione barocca, attira come un magnete, dalla sua parte del Millennum Bridge, tutti gli sguardi dei passanti. E per smorzare il clima trasognante e la voglia di rimanere seduti per sempre su una di quelle magnifiche panchine che affermano che “Everybody needs a place to think”, basta entrare in uno dei caratteristici pub dislocati lungo il percorso del Tamigi e ordinare una pinta di sidro per poi iniziare di nuovo a sentirsi londinesi nell’animo. Almeno per il tempo di una passeggiata.
Nell’arco di 30 minuti di camminata, ci ritroviamo immersi nel cuore di Londra, circondati da luci, odori, colori e da un via vai di gente di ogni tipo. Impiegati, studenti, turisti, camerieri, hostess, commessi. Ognuno con una sua storia scritta sui capelli e sui vestiti, incisa sui lineamenti del volto. E mentre l’ammiraglio Nelson scruta l’orizzonte dall’alto della sua colonna in Trafalgar Square, alle sue spalle si erge in tutto il suo splendore, la National Gallery, scrigno di più di 2.300 tesori artistici dalla metà del XII secolo al secolo scorso. Poco più avanti Piccadilly Circus, nota per la statua dell’Angelo della Carità, comunemente identificata invece con Cupido, e per le sue insegne luminose e i suoi neon che avvolgono la facciata di un intero palazzo. E poi, il più prezioso dei tesori, un posto magico dove si respira l’aria di un tempo ormai passato mista al presente di giochi ed esibizioni degli artisti di strada più bravi che possa mai capitare di incontrare. Siamo a Covent Garden, tempio di piccoli negozi, di mercatini, di esibizioni. Un luogo unico, un rifugio fuori dal tempo immerso nel cuore di Londra.
Spostandoci verso il Westmister Bridge lo sguardo segue lentamente e in maniera interrogativa il movimento quasi impercettibile del London Eye che, in 20 minuti, ci permette di osservare dall’alto un panorama mozzafiato. Il Big Ben, il Westmister Palace, sede del parlamento inglese e la Westmister Abbey, dove vengono incoronati e sepolti i sovrani inglesi, sono stati dichiarati dall’UNESCO patrimonio dell’umanità e racchiudono nelle loro stanze secoli di storia monarchica inglese.
Meritano una visita l’Hyde Park e il Kensington Gardens, che sono l’uno la continuazione dell’altro e formano insieme il parco più esteso di Londra, una sorta di polmone verde immerso nel pieno centro della città. Da lì è possibile passeggiare fino alla storica residenza della famiglia monarchica, Buckingham Palace, e assistere al famosissimo cambio della guardia, oppure proseguire lungo Bayswater Road e trovarsi a Notting Hill, quartiere borghese divenuto famoso grazie ad un film. Nel cuore di questo quartiere dalle molteplici porte blu, il Portobello Market un tempo rinomato per il vintage a l’antiquariato, che oggi ha però perso molto del suo fascino divenendo meta di molti turisti e di conseguenza mercato di oggetti seriali e di bassa qualità.
Dalla parte opposta, il cuore finanziario di Londra, quella City intorno alla quale gira tutta l’economia mondiale, piena di uomini in giacca e cravatta che si muovono rapidi come le formiche per tutto il giorno salvo poi diventare delle cicale canterine non appena gli uffici si chiudono. Una metamorfosi eclatante che attira ogni pomeriggio intorno alle 6 centinaia di ragazze ben vestite, che da novelle cenerentole sperano di perdere la scarpina nel posto giusto e al momento giusto in modo da trovare finalmente il loro ricco principe. All’interno dello Square Mile, così viene chiamata dai londinesi questa antica parte della città, si trovano enormi palazzi e grattacieli dalle forme ipermoderne come il Gherkin, il cetriolo, edificio dalla forma un po’ particolare, e l’ultimo capolavoro architettonico di Renzo Piano. Di qui si raggiungono facilmente la Tower of London, un tempo residenza dei sovrani ma tristemente nota per la funzione di carcere e per aver accolto al suo interno i futuri condannati a morte, e il Tower Bridge, il ponte più bello e suggestivo della capitale britannica.
Camminando per il centro, sembra strano come Londra appaia popolata esclusivamente da turisti o da chi lavora per loro eppure esiste una Londra segreta, sconosciuta alle folle cosmopolite che ogni anno la invadono, ed è senza dubbio l’anima della capitale. Basta spostarsi leggermente ad est, tuffarsi tra le vie di Islington o di Old Street per trovare un mercatino, un locale all’ultima moda, universitari inglesi che bevono nei pub, straordinarie gallerie di arte moderna come la White Cube, negozi vintage e bio, insomma per trovare la vera Londra, quella che ti toglie il fiato, che ti fa sentire integrato, che ti accoglie e mai ti giudica.
Quella che non dorme mai, che ti accompagna dal mattino alla sera e che riesce a sorprendere anche con le piccole cose.
Caterina Altamore
Caterina Altamore, Londra, martelive, martemagazine, Rubrica trip: note di viaggio, viaggi