Biancaneve, regia di T. Singh
Nelle sale in questi giorni è riapparsa Biancaneve. Il film con la regia di Tarsem Singh Dhand War, celebre regista di incredibile visionarietà, acclamato soprattutto nel mondo pubblicitario, ripropone la fiaba conosciuta da intere generazioni con sorprese e variazioni sul tema del buono contro il cattivo.
Sulla locandina campeggia una scritta che genera ambiguità, attrae e incuriosisce: “Siete sicuri di conoscere la vera storia?”. Ci si augura che si tratti solo di un’esca pubblicitaria e non della pretesa di riscrivere questa fiaba romantica, puntando quasi esclusivamente sull’ossessione della bellezza. Tuttavia partendo proprio dal titolo originale del film Mirror mirror si intuisce che il motore dell’azione è proprio la bellezza, che svanisce giorno dopo giorno nel volto della crudele regina (Julia Roberts) sostituendosi ad una malvagità spietata, gratuita. Convincente, Julia, nell’ossessione di lifting e trattamenti estetici, sebbene sia ben più nota per il sorriso solare che in questa interpretazione, come per magia, svanisce!
La candida Biancaneve è interpretata dalla giovane Lily Collins che si ritrova catapultata in un mondo povero e malato, fuori dal regno, vessato di soprusi e troppe tasse (che pure nelle fiabe ormai servono solo a finanziare i balli e le fastose feste reali!). Lì Biancaneve incontrerà un inconsueto Principe azzurro (Armie Hammer) bello, senza alcun dubbio, ma poco romantico purtroppo e i Sette Nani, che non coltivano più l’orto, né lavorano in miniera, bensì derubano e lottano per la sopravvivenza.
Esilaranti i momenti in cui Biancaneve si ritrova ad essere l’allieva dei nani: apprenderà da loro l’arte di combattere e difendersi. Ma la magia naturalmente complicherà le cose! Ad accompagnare gli oltre 100 minuti del film Biancaneve le musiche di un grande maestro e compositore Alan Menken (vincitore di 8 Premi Oscar e nominato ben 19 volte). Davvero deliziosi e ricchi di dettagli i costumi della stilista Eiko Ishioka, conosciuta per i suoi progetti internazionali in tutto il mondo, purtroppo scomparsa da qualche mese. Il film, sebbene sia una rilettura post moderna di Biancaneve, lascia trasparire i temi nobili su cui ha puntato il lavoro del regista: realizzare un film sulla ricerca del coraggio, dell’amore, del proprio posto nel mondo.
Si intravede la precarietà che domina i rapporti familiari, di coppia e non solo; sebbene ci sia una dichiarazione d’amore nei confronti di chi abbandona la paura ed esce a combattere.
Chiude un suggestivo lieto fine con la regina ormai rattrappita e sconfitta e, di contro, la freschezza di Lily Collins che canta la canzone pop di Nina Hart, degli anni ’60, “Love”.
Elsa Piccione
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