IllustrAzione… di Alessandra Fusi
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
Jack Zipes scrive che Albert Einstein, avvicinato da una donna che gli chiedeva come educare il proprio figlio, avesse risposto semplicemente che doveva leggergli delle favole. Magari la teoria della relatività sarà superata, ma credo che questo suo consiglio sia ancora valido. E se posso aggiungere una postilla all’illustre scienziato, penso che le favole debbano essere anche “viste” e “mostrate”.
Da bambina chiedevo sempre che i miei libri avessero delle immagini, mi serviva a ricordare meglio la storia e i migliori educatori invitano a sollecitare la memoria visiva nell’approccio educativo. Quindi, le favole non vanno solo raccontate, vanno viste e i personaggi devono diventare reali. Disney lo ha capito benissimo e ci ha costruito un impero. Ci sono, poi, dei giovani illustratori che seguono la tradizione francese, legata all’editoria per ragazzi, e propongono le favole con nuovi linguaggi e nuovi colori.
Lo scorso gennaio, in occasione della sua personale, Alessandra Fusi, ha proposto in mostra le sue tavole che raccontano storie nuove, come i 7 gatti, edito da Zampanera, e favole legate alla tradizione come quella di Alice nel Paese delle Meraviglie.
A Roma nel punto Einaudi in largo Sant’Alfonso 3, l’IllustrAzione… di Alessandra Fusi era nel suo spazio ideale: tra i libri, e raccontava qualcosa che andava al di là della parola scritta. Il colore, la forma e anche i materiali aggiunti, come il filo, sono per la Fusi “un mondo mattiniero” come scriveva Italo Calvino nel suo saggio Sulla Fiaba.
La Fusi dipinge le favole evitando i colori cupi e cercando di creare un’atmosfera solare e positiva. Gli spauracchi presenti nel mondo infantile, inventati dai grandi per dare un nome alle paure, sono, grazie ai movimenti buffi dei personaggi dipinti dalla Fusi, trasformati in momenti superabili.
Il lettore insegue Alice nel tunnel che la porta in un paese a lei sconosciuto, e la luce aranciata che accarezza i boccoli della bambina è rassicurante, la Fusi con il colore racconta il lieto fine, e se non è presente in tutte le favole, sarà quella luce ad aiutare il giovane lettore a non avere paura della storia e ad imparare la famosa “morale della favola”, tutto senza incupire l’insegnamento finale. Così i 7 gatti, che confondono le idee in una mostra felina, spiegano che a volte, anche nella vita di tutti i giorni, le carte si possono mescolare. E può accadere che un brillante scrittore come Danil Charms, l’autore del libro pubblicato da Zampanera, possa essere rinchiuso in un ospedale psichiatrico per i suoi sogni contrari al regime sovietico e dopo un secolo i bambini ritrovino nella sua favola, con i gatti reinventati dalla Fusi, un mondo leggibile con la leggerezza che lo scrittore russo aveva nell’inventare delle storie, che non si aggrappavano alla realtà, ma che insegnavano a vedere le cose in modo diverso.
Questo mi hanno insegnato le favole da bambina, ed è per questo che Einstein consigliava di leggerle. I bambini, forse anche i grandi, possono scoprire un mondo che non immaginano e non possono vedere se non stimolando la loro fantasia.
Shiba
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