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Roma Comics: il piacere del fumetto, l’amore del vinile

diegociorra

[STRIP-TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

diegociorraC’è un elemento particolare che rende Roma Comics & Games una manifestazione leggermente diversa da tutte le altre fiere del fumetto. Non tanto per l’utenza, che bene o male è sempre quella, e nemmeno per l’atmosfera del Palalottomatica, che ha riportato il mondo del fumetto all’Eur, da quando la vecchia Fiera di Roma ci ha mollati lì alla fermata Atac in via Cristoforo Colombo.

Il piacere della seconda manifestazione capitolina dedicata al fumetto (e non solo), svoltasi tra il 2 e il 4 marzo scorsi, sta forse nel riuscire a recuperare a meno di 15 euro Out Of The Blue, vinile doppio degli Electric Light Orchestra, o nell’ottenere finalmente quei tre o quattro albetti degli X-Men che ti permettono di chiudere definitivamente l’infinito story-arc di Chris Claremont. E’ la scomparsa di fronzoli, l’assenza di stand- monopòli che DSCN0315lanciano le loro nuove testate e ti portano gli autori più in voga del momento per distoglierti da qualsiasi altro pensiero collezionistico avessi in mente fino a dieci minuti prima. Quante volte è capitato a Lucca di spendere oltre duecento euro e scoprire di non aver comprato nemmeno uno dei fumetti presenti sulla propria mancolista (patologia conosciuta ai più come “Sindrome da Ikea”)?
Ecco, forse è proprio questa la vera differenza con tutte le altre fiere: meno merchandising e più mercato. Non un semplice mercatone delle pulci, intendiamoci. Gli elementi utili a esaltare il nerd/otaku quindicenne ci sono tutti, a partire dai set fotografici per Cosplayer passando per le proiezioni di Anime ad arrivare ai tornei di Tekken e Yu Gi Oh.
E poi il mercato del vinile, tanti stand dedicati solo al black circle, tra varie rarità e bootleg. Chi non ha mai ascoltato Hound Dog di Elvis nel suo formato originale, non ha davvero idea di quello che si è perso.

L’assenza di major rende il Roma Comics un ottimo B-side tra le fiere del fumetto di tutta Italia, ma non per questo sono mancati ospiti o testate di cui discutere. A cominciare dallo spazio dedicato a Romabot Centurion, visionaria DSCN0326graphic novel di Fabrizio De Fabritiis e Daniele Rudoni, in cui viene rivisitato in chiave nostrana il mito del robottone gigante giapponese. Senza contare le vicissitudini di Kassandra, vampira creata da Puccini e Montanaro. Sempre da Montanaro arriva inoltre Ephebus: I Fiori Dell’Impero, opera controversa dedicata agli antichi e al tempo stesso oscuri fasti dell’epoca romana. E infine Andrea Domestici, uno dei creatori dell’italianissimo Arthur King, ha presentato le ultime novità relative alla sua ultima fatica, Alice Dark, oltre alle prime action figure dedicate alla testata.
Ad accompagnare la tre giorni dell’Associazione Culturale K1995, primo motore della manifestazione, il concorso “Spread!”. Un termine che è entrato con troppa prepotenza nella nostra cultura e che ha causato tutta una serie di paure ataviche nel nostro stile di vita e di portafoglio. I ragazzi di K1995 hanno così lanciato la loro provocazione fumettistica: un contest per chiunque voglia creare l’onomatopea “spread!” e associarla all’immagine che l’artista in concorso ritiene più adatta.

Giampiero Amodeo

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