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L. Pieraccioni, Finalmente la felicità

LOCANDINAPIERACCIONI

LOCANDINAPIERACCIONIChe Leonardo Pieraccioni non fosse un maestro in tema di originalità non era un segreto, ma riuscire ad indovinare ogni singola battuta prima che gli attori la pronuncino è davvero noioso. Trama banale per un finale scontato all’insegna della vittoria di quei “normali” ai quali, come dice lo stesso Pieraccioni nel film, appartiene il mondo.

Brava, invece, Ariadna Romero, protagonista del film e nuova bellezza del cast personale dell’attore-regista toscano che, almeno nella scelta della modella argentina, è andato bene. Molto bella, garbata, mai eccessiva e discreta nella recitazione, è una delle poche cose positive presenti in questa commedia sterile, senza una vera trama e ripetitiva.
Protagonisti della pellicola Benedetto e Luna. Il primo, interpretato da Leonardo Pieraccioni, è un maestro di musica che vive a Lucca. Normale nella sua normalità, banale nelle sue battute, scontato negli accadimenti. E nella sua vita, all’improvviso, quasi come quel Paradiso di cui Pieraccioni ci parlò anni fa, appare lei: Luna, interpretata dalla modella Ariadna Romero. Bellissima ragazza brasiliana che dice di essere, povero lui, la sorella adottata a distanza dall’ormai defunta madre. E come fa a comunicargli tutto questo? Lo chiama? Va a casa sua? Gli scrive? No. Contatta C’è posta per te. Ebbene si, Maria De Filippi e il suo programma tanto adorato dall’italiano medio, vengono inglobati all’interno di questa commedia all’italiana, in cui il normale alla fine conquista l’irraggiungibile e, chi se lo aspettava, raggiunge la tanto agognata felicità.

Tra i due novelli Romeo e Giulietta non può mancare la presenza del rivale. L’ex fidanzato bellissimo ma sbagliato, un Tyago Alves che avrebbe fatto meglio a restare sulle passerelle, ma che, anche l’occhio vuole la sua parte, riempie lo schermo come nessuno. E Luna invece sceglie Benedetto. Eh, sì. L’amore è proprio cieco. Simpatico, ma per i primi 15 minuti, è Rocco Papaleo che interpreta l’amico del protagonista, Sandrino. Inserito in questa sagra del banale, l’attore lucano purtroppo diventa pesante. Ed è un peccato per un personaggio noto per la sua comicità e la sua caratteristica e coinvolgente verve, in grado di strappare sempre un sorriso anche ai meno predisposti. Ma si sa, un solo attore non può gestire le sorti di un intero film e Papaleo da solo non basta.
Il finale lo si attende con ansia, guardando l’orologio decine di volte e, soprattutto, lo si conosce fin dall’apertura della busta nel salotto della De Filippi.
Gli unici secondi degni di nota sono quelli conclusivi, in cui Benedetto, citando il nonno, chiude dicendo:”Se non ti stanchi di aspettare, le cose arrivano.” E noi fiduciosi aspetteremo. Un film migliore magari.

Caterina Altamore

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