Riprendiamoci il futuro: No alla violenza alle donne!
[ARTI VISIVE]
ROMA- Il 25 novembre 1960 nella Repubblica dominicana venivano assassinate tre donne, le sorelle Mirabal, cadute per mano della dittatura di Rafael Leònidas Trujillo che ha governato per oltre trenta anni.
Anche quest’anno come ogni anno, il 25 novembre viene ricordato come la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne e come accade spesso in queste occasioni l’arte si mette al servizio della solidarietà. Proprio il 25 novembre è stata inaugurata la mostra No alla violenza contro le donne organizzata dall’Associazione Culturale Forma Liquida che opera presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, un evento che si concluderà il prossimo 3 dicembre 2011.
La Casa internazionale delle donne, oltre ad essere una realtà tangibile articolata in strutture, come centri per congressi, librerie, botteghe per la promozione di articoli di artigianato, una caffetteria e una biblioteca, è un progetto che ha origine negli anni dell’occupazione della zona intorno a via del Governo Vecchio ed è volto alla promozione culturale, sociale ed artistica della comunità femminile internazionale, attraverso una serie di iniziative, convegni ed eventi culturali come la mostra di cui vi stiamo parlando.
No alla violenza contro le donne è la mostra che raccoglie i lavori finalisti del concorso europeo indetto dall’UNRIC (Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite) con lo scopo di lanciare una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne che, secondo i dati raccolti dall’ISTAT, in Italia ha colpito 743.00 donne, le quali hanno subito violenze e stalking.
Trenta sono le opere che vengono esposte nell’area dell’ex Reclusorio femminile del Convento del Buon Pastore, trenta immagini che si raccontano da sole, non hanno bisogno di commenti.
“Un pappagallo è entrato dalla finestra e mi ha colpito all’occhio mentre lavavo i piatti” dice una delle immagini, quella del portoghese Tiago Pinto Ferreira in No Excuses for Domestic Violence, un’orribile verità che accompagna le altre opere come quella di Kostas Satlanis, 40 years of happiness… in cui una coppia di anziani siede di fronte all’obiettivo, lui ha lo sguardo fiero mentre lei un occhio nero.
Tra le cinque opere italiane presentate al concorso emerge il Disegno di Renata De Rosa, in cui si vede una famiglia disegnata da un bambino in cui egli stesso si pone al centro delle due figure, suo padre e “brutta puttana” ovvero sua madre. In quest’opera appare chiaro il messaggio lanciato dall’artista, una condizione, quella materna, che si rintraccia nelle parole di suo figlio, si legge in basso che “La violenza sulle donne non lascia il segno solo sulle donne”.
E poi ancora Treat me like a woman di Gjoke Gojani, artista kosovaro che ha ricevuto per questo lavoro il Public Prize Winner, ma soprattutto 70% dell’artista francese Nicole Robinson-Jeans, in cui si sottolinea come il 70% delle donne abbia subito violenza nel corso dell’esistenza: un dato inquietante e doloroso, di cui si parla troppo poco e che invece va gridato con forza, anche con le immagini.
Eva Di Tullio
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