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Ale e Franz: comicità senza tempo e spazio

Ale Franz Aria Pecaria 17

[TEATRO]

Ale Franz Aria Pecaria 17ROMA- Anno 2010, al Teatro Olimpico tutto esaurito. Anno 2011, dal 6 all’11 dicembre, Ale & Franz sono tornati per fare il bis. Lo spettacolo, dal nome Aria Precaria, torna a Roma con una formula invariata, seppur con la spontaneità e l’effervescenza che hanno reso la nota coppia comica sempre travolgente e imprevedibile.

Dieci incontri, a volte scontri, altre volte attese. Dieci fasi della vita, su cui ridere, sorridere, ma anche riflettere. Due uomini, a volte amici, altre volte nemici, ogni tanto sconosciuti, incrociano i loro destini sul ciglio dAle Franz Aria Pecaria 10i una strada, in un rumoroso nido d’ospedale, su una panchina al fresco di un parco, nell’asetticità di un call center, in una fiduciosa sala d’aspetto, in una vitalissima bocciofila, o sul cornicione di un palazzo.
Da questi incontri nascono situazioni paradossali, luoghi fra il concreto e l’assurdo, incontro/scontro tra dimensioni diverse e mondi surreali. Attraverso dei meccanismi di surreale comicità, gli uomini si mostrano nei loro aspetti più ridicoli, nelle loro più assurde ostinazioni, nelle umane fragilità, in cui ogni spettatore potrà riconoscersi.
Scenografia scarna, appena abbozzata, perché ciò che conta nello spettacolo è la bagarre tra i due protagonisti, sempre pronti a mostrarsi, a spogliarsi, a mostrarsi nelle loro contraddizioni e nelle loro nefandezze. E ripropongono scene di vita quotidiana, emozioni umane, in un continuo alternarsi di pace e guerra, alla ricerca di una delle mille possibili verità. Non esistono sintesi: esiste solo la tesi e l’antitesi.

Ale Franz Aria Pecaria 38Il confine tra palcoscenico e quinte è abbattuto, sottolineando spesso la spontaneità delle battute e dei versi rilasciati. Come la coppia ci ha abituato in questi anni, da Zelig ad oggi. E nella loro spontaneità e sintonia c’è da rintracciare la chiave del loro successo. Una coppia affiatata, con tempi comici perfetti e ottima sincronia nell’alternarsi tra voci, volti e maschere. Bellissima la loro gag classica, quella sulla panchina, troppo breve quella su Ale e Franz versione bebè. Da approfondire e sfruttare meglio. Un po’ urticante la scenetta troppo gay, con i soliti stereotipi e archetipi che sarebbe meglio abbandonare: si sarebbe potuto fare decisamente di meglio, facendo ridere ma senza essere ridicoli. Giudizio decisamente buono, per chi ha voglia di una comicità senza troppe infrastrutture, fresca e, al contempo, amara. Perché, dopotutto, anche l’aria è precaria.
Di Alessandro Besentini e Francesco Villa, scritto con Martino Clericetti, Antonio De Santis, Rocco Tanica, Fabrizio Testini. Regia e scene di Leo Muscato.

Francesco Salvatore Cagnazzo

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