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The Jackie O’s Farm_ Warren Ep

THE JACKIE OS FARM

THE JACKIE OS FARMDai, non mi fate quelle facce sorprese. Sì, lo sappiamo che ci state tutti in fissa, con questa faccenda che in Italia certe cose non si possono, non succedono, quando succedono non, eccetera eccì.

E invece (salute), superando con un agile saltello il colossale cheppalle del dover ogni volta sfatare il cliché dello sfatare il cliché dello sfatare il cliché, noi di MArteMagazine rivolgiamo una fremente preghiera al dio dell’indie che regali sempre più barbosa e normalissima uniformità di accoglienza quando si parla di realtà italiane. E vi dirò di più: di tale barbosa normalissima uniformità tentiamo stravolentieri di dare buon esempio segnalando alla vostra attenzione i Jackie O’s Farm.
Questo quintetto viene da Livorno, ha dato alla luce due album scaltri e robusti come Hard Time For Blonde Surfers e – soprattutto – il successivo Sandland.
La storia di questo percorso parla a chiare lettere ed è già di per sé ben più che sufficiente a delineare un identikit fatto di folk’n’roll, Union Jack a pioggia e sornione solarità Sixties rilette con agilità sorridente e il piglio di una sberla, e imporre la band su standard tali per cui chiedersi con forza che cosa si aspetti a farli diventare davvero una next big thing.
Due lavori, insomma, abbastanza caratterizzanti e densi da innescare spontaneamente la domanda: e ora?

E ora i cinque galleggiano tra una saggia e redditizia raccolta di ulteriori frutti del proprio lavoro espressivo e qualche elemento di novità che possa, chissà, fungere da ponte e traghettarli verso nuovi lidi.
Questa fase intermedia è fedelmente riassunta nell’ultimo Warren Ep: sei gustose outtakes a dare l’idea di una scelta a suo tempo felicemente non facile per le tracklist precedenti, più un remix della title track a lasciar immaginare, forse in primis agli stessi livornesi, nuovi territori da perlustrare.
Una divisione forse un po’ schematica, ma che è difficile non sposare notando il vistoso scalino presente nell’Ep: da una parte l’ormai “classica” (che gusto quando di certe band riesci a dire qualcosa del genere, l’attimo prima che ci si fossilizzino su!) miscela-Jackie che rifocilla le orecchie strizzando l’occhio con discrezione a Kooks e Last Shadow Puppets; dall’altra appunto l’esperimento di “Warren”, title track tanto riuscita nella versione “base” quanto interlocutoria nello strambo portale dimensionale alcolico che risulta esserne il remix.
Immaginare cosa possa scaturire da un più approfondito viaggio all’interno delle possibilità celate dietro al connubio tra sballo rollacustico, melodie al miele di castagno (mettete su “Dried River” ed emozionatevi in santa pace) e irriverente taglincolla è un’ipotesi davvero suggestiva, nel caso di questi Jackie O’s Farm.
E quand’è così è un piacere incaricarli di rischiararvi la giornata. E di spezzare, coi loro tempi malincodivertiti, la normalissima e barbosissima attesa del prossimo passo di una barbosissimamente normale ottima band italica.

The Jackie O’s Farm:
Giacomo Vaccai: voce, chitarra
Patrizio Orsini: synth, percussioni, voce
Federico Silvi: chitarra
Francesco D’Angelo: basso
Federico Melosi: batteria

TRACKLIST:
01. Warren
02. White Dress
03. Re-Do
04. Dried River
05. Watch Me On TV
06. Out Of Law
07. Warren RMX

Francesco Chini

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