A. N. Smith, Yellow medicine
Continua a crescere “Meridianonero”, la collana noir di Meridiano Zero. E continua con un altro titolo che porta al centro dell’attenzione la narrazione in sé, ovvero un testo di gradevole intrattenimento e di lettura facile e scorrevole.
Il classico libro da leggere tutto d’un fiato, godibile come un blockbuster nel salotto di casa una sera d’inverno che fuori piove e non hai voglia di uscire. Con tanto di effetti speciali.
La scrittura di Anthony Neil Smith è secca e precisa, oltre a essere completamente consapevole dei mezzi di cui dispone: basti ricordare che l’autore è direttore del centro di scrittura creativa della Southwest Minnesota State University, e quindi con le parole ci ha a che fare piuttosto spesso.
Le parole di Anthony Neil Smith sono usate e pesate a creare immagini, ambienti e situazioni a tinte fortissime che richiamano alla mente i fumetti e i B movies tanto amati da Tarantino, che potrebbe tranquillamente prendere da queste pagine dei suggerimenti utili per le sue storie estreme.
Il protagonista della narrazione, vicesceriffo Billy Lafitte, tutore della legge nella contea di Yellow Medicine, è un personaggio costantemente in bilico tra legalità e crimine, un uomo che ha a che fare quotidianamente con gli scarti del sogno americano: con gli ultimi, con quelli che la sera dopo il lavoro non tornano in una bella casa a due piani, ma in una roulotte parcheggiata in mezzo alla steppa polverosa.
Tra cospirazioni terroristiche – ovviamente – , ubriaconi, tossicodipendenti e ragazzine diventate donne troppo presto, Yellow medicine racconta con humour nero e graffiante cinismo un mondo al confine tra realtà e fumetto, un mondo che perfortunapurtroppo non è quello in cui viviamo.
Anthony Neil Smith, Yellow medicine, Meridiano Zero, pag. 272, € 15
Chiara Macchiarulo
Anthony Neil Smith, Chiara Macchiarulo, letteratura, martelive, martemagazine, Meridiano Zero, Recensioni, Yellow medicine