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Il cuore grande delle ragazze, regia di P. Avati

locandina

locandinaPupi Avati si conferma regista molto prolifico negli ultimi anni, al contrario di quanto fatto nel resto della sua carriera, e sforna questo Il cuore grande delle ragazze, film in perfetta linea con i temi e le storie da sempre affrontate.



Anche in questo film, infatti, è forte la componente autobiografica del regista che ha dichiarato che, seppur in modo fiabesco, la storia ricalca la vicenda personale dei suoi nonni. Non è certo una novità, infatti, che il regista si ispiri da sempre a racconti e vicende vissute o in prima persona o che facciano comunque parte della storia vera ed immaginaria della sua amata terra, l’Emilia Romagna ed in particolar modo Bologna, dove Avati è nato e cresciuto e dove ha ambientato praticamente quasi tutti i suoi film.
A non fare eccezione è anche la scelta degli attori, con il gruppo di fedelissimi che il regista si porta praticamente ovunque, primo tra tutti Gianni Cavina, figura oramai storica nei film di Avati, con il quale ha iniziato a collaborare già nel 1970 in Thomas e gli indemoniati. Chi si è invece fatto largo tra questa cerchia di fedelissimi è Cesare Cremonini, che già in diversi film dell’autore bolognese aveva avuto delle brevi comparsate, diventato ne Il cuore grande delle ragazze il protagonista dell’opera, insieme a Micaela Ramazzotti.
La pellicola racconta delle vicende di Carlino e Francesca (Cremonini e Ramazzotti, appunto), che nell’Italia del ventennio si innamorano tra i poderi della campagna bolognese, ovviamente con il parere avverso delle famiglie, che avevano già previsto un matrimonio che coinvolgesse però una delle due figlie del ricco tenutario (Cavina) e non la sua figlia adottata, sempre con Carlino, figlio invece di uno dei mezzadri della tenuta (Andrea Roncato).

In realtà gli ostacoli non sono molti ed hanno poca resistenza, vista la voglia dei due ragazzi di sposarsi, così il racconto non si basa sulla semplice storia d’amore dei due, quanto sulla sopportazione che dovevano avere le donne dell’epoca, in un periodo dove non c’erano divorzi o separazioni e le donne erano ancora meno tutelate di oggi. Infatti Carlino, così come suo padre, è un inguaribile latin lover (scusate, non potevamo evitare la battuta visto che il ruolo è di Cremonini), che pensa di poter mettere la testa a posto una volta fidanzatosi con Francesca, e ci riesce, capitolando però proprio il primo giorno di nozze, conquistando l’ennesima ragazza grazie al suo magico alito all’odor di biancospino. Proprio da questo tradimento nascerà la storia di sopportazione di Francesca, che avrà risvolti sorprendenti che non sarebbe giusto rivelare a chi volesse vedere il film.
Un film che consigliamo, fatto bene, che regala momenti divertenti e altri più tristi, che si lascia guardare molto volentieri vista la bravura del regista e degli attori. Si, anche di Cremonini, che sta sicuramente crescendo in quest’arte a piccoli passi e con grande umiltà.

Alan Di Forte

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