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Les tableaux vivants

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[TEATRO]

n503654582_815977_483NAPOLI- Gli attori dell’Accademia di Belle Arti di Napoli hanno portato in scena un lavoro teatrale incentrato sulle opere del Caravaggio.

Con la regia di Ludovica Rambelli e la tecnica dei tableaux vivants, molto in voga nel Settecento alla corte di Ferdinando di Borbone, hanno composto con i loro corpi in posa e semplici elementi di scena raccordati dall’uso sapiente della luce, 23 tele sotto gli occhi degli spettatori. La performance è andata in scena presso la Città del Sole, ex asilo Filangieri, di Napoli.
Per i 23 tableaux rappresentati è stato scelto un percorso à rebours nel tempo, partendo dalle ultime composizioni mature dell’artista lombardo: la Deposizione del 1602-1604 dell’artista, conservato alla Pinacoteca Vaticana di Roma, passando per Malta dove viene rappresentata la Decollazione del Battista (1608) alla Morte della Vergine del Louvre di Parigi, per ritornare ancora a Roma, con il Martirio di San Matteo, conservato nella Cappella Contarelli di S. Luigi dei Francesi, omaggiando Napoli con le Sette Opere della Misericordia (1607), conservato presso il Pio Monte della Misericordia, e ancora una angelica Santa Caterina d’Alessandria, conservata a Madrid, nel Museo Thyssen-Bornemisza.
Una incantevole Madonna dei Pellegrini della chiesa di S. Agostino a Roma riporta alla mente un’altra meno nota del pittore Bartolomeo Schedoni conservata nel Museo di Capodimonte di Napoli; la Resurrezione di Lazzaro conservato al Museo Nazionale di Messina, dove per Cristo qui viene scelta  una donna, per concludere con il “Bacco” della Galleria degli Uffizi, ritratto con la “Canestra di frutta” della Pinacoteca Ambrosiana di Milano (1597-1598) che, lasciata da sola in scena, riporta agli inizi del percorso pittorico dell’artista del popolo, e riapre simbolicamente il ciclo, ovvero lo spettacolo che replica, con grande ammirazione del pubblico.
L’immagine si aggrega in maniera fluida e sciolta sulla scena per poi comporsi e fermarsi di colpo,  ricreando  l’istante eterno, la memoria cromatica di uno degli autori forse oggi, più noto e amato dal grande pubblico.

Maria Colucci

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