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La Voce di Rosa – Rosa Balistreri, la cantatrice di Licata, regia di N. Correale

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manifestoSalaArrigoniMolti si domanderanno chi sia Rosa Balistreri. Altri, suoi conterranei e non, invece ricorderanno le sue splendide canzoni e la sua voce profonda, piena di grinta, quasi arrabbiata. Rosa Balistreri era ed è la Sicilia, come ha ammesso il regista Nello Correale che ha diretto il film documentario La voce di Rosa – Rosa Balistreri, la cantatrice di Licata, presentato a Roma il 7 ottobre scorso presso l’Ex-cinema Palazzo, Sala Vittorio Arrigoni, a San Lorenzo.

Il film documentario, costituito per buona parte da materiali d’epoca raccolti con cura e sottoposti a un accurato restauro digitale, ha tra i protagonisti Donatella Finocchiaro, Vincenzo Gangi e Faisal Taher. Racconta la vita e la storia di Rosa Balistreri cantante siciliana, che tra gli anni ’70 e ’90 ha raccontato la Sicilia con una passione straordinaria, attraverso la sua musica. “La voce di Rosa, il suo canto strozzato, drammatico, angosciato, pareva uscisse dalla terra arsa della Sicilia…” così la descrive il suo amico Ignazio Buttitta in apertura di questo viaggio documentario firmato da Nello Correale.
Ma i contributi di personaggi del mondo della musica e delle tradizioni popolari si mescolano di continuo con testimonianze, canzoni del repertorio di Rosa e, su un livello parallelo, con la storia di Donatella Finocchiaro che prepara un recital sulla vita e le canzoni della cantatrice siciliana.
Dario Fo, Giovanna Marini, Carmen Consoli, Lucilla Galeazzi, Alfio Antico, Rita Botto e altri ancora sono i personaggi che parlano di Rosa o intonano le sue canzoni.
E ancora le parole di chi l’ha conosciuta, i documenti, le foto, le interviste alla stessa Rosa, i concerti, l’amicizia con artisti ed intellettuali quali Renato Guttuso, Leonardo Sciascia, Pier Paolo Pasolini; e ancora i suoi viaggi, la sua sofferenza, la sua protesta. La madre le diceva che non doveva cantare, ma lei cantava per se stessa!

E Correale ha individuato le linee della vita di Rosa tessendo un documento visivo attraverso le note della sua musica, i tributi di cantautori siciliani, le immagini di interviste televisive. Traspare, con forza, l’idea di una cantante che definire folk è davvero riduttivo. Il regista ha spiegato che questo termine importato dall’America, si presta poco alle suggestioni di una musica come quella della Balistreri. La sua voce è quella del popolo, che ha cantato la terra, il carcere, la violenza, l’ingiustizia, la povertà. Un po’ come il blues esprimeva la sofferenza degli schiavi afro-americani. Perché se una mamma cantava una ninna nanna di notte e doveva svegliarsi all’alba, Rosa sapeva che non poteva essere un canto dolce e rilassato, anzi!
Sapeva quello che c’era nel cuore di ognuno, aggiungiamo noi, di ogni siciliano. E lo spiegano meglio di noi le parole del poeta con cui avevamo aperto e chiudiamo ogni volta che cercheremo le parole, i suoni sepolti nel profondo della nostra memoria, quando vorremo rileggere una pagina vera della nostra memoria, sarà la voce di Rosa che ritornerà a imporsi con la sua ferma disperazione, la sua tragica dolcezza…” (Ignazio Buttitta).

Elsa Piccione

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