Roma incontra la Brigada Internazionale
[MUSICA]
ROMA- Come un rituale, a chiudere l’estate del laghetto di Villa Ada è il maestro Daniele Sepe, con la formazione della sua band allargata, estesa, fino a diventare senza confini e abbracciare Argentina, Svezia, Cuba, Romania, Tunisia e… naturalmente Napoli!
Entra in modo disinvolto Daniele Sepe, dopo che il pubblico l’aveva incitato ad uscire almeno due volte. In effetti si è fatto attendere un po’. Ma quando arriva comodamente con la sua sigaretta e la sua ciurma di 12 musicisti, la Brigada Internazionale, basta una bella chiacchierata di quelle antagoniste e di parte, chiare e inequivocabili, per risvegliare subito tutti. Si scherza sui comunisti arricchiti, un accenno de “L’Internazionale”, tanto per togliere ogni dubbio, e poi sì, Roma incontra il Mondo.
La prima nota parte su “Peaches en Regalia”, omaggiando un figlio di emigrati per eccellenza, Frank Zappa. Poi cominciano tutti quei pezzi in cui l’unica difficoltà è capire di che lingua si tratti. Infatti suonano pezzi originali della Brigada, molte versioni speziate di brani provenienti da tutte le parti del mondo. Un fritto misto di napoletano e di mondo.
Si parte con “Opa Zupa”, deliziosamente gitana, la voce è affidata al romeno Florin Barbu. Fa poi la sua irruzione uno special guest, Paolo Romano Shaone, lo storico MC napoletano (La Famiglia) che con verve e abilità, si innerva in questo coacervo di culture per non lasciarle più e crogiolarsi rappando, ballando, ma soprattutto regalando per conto suo un bel po’ di carica.
Ad ognuno il suo momento, come un mondo che gira e si lascia illuminare dal sole un po’ alla volta. Così ogni musicista assume un valore essenziale.
Daniele Sepe si perde in assoli, va ad aggredire il trombone di Schiano come per provocarlo e sfidarlo. E non c’è niente di meglio che vedere due ottoni che senza protagonismi sono così ben amalgamati. Sul palco si fuma, si beve, si ride e si sorprendono i compagni di palco inserendo piccoli attimi di fuori programma che fanno sorridere stupito Sepe e tutta la banda. Lui che, attento e disinvolto dagli oltre 30 anni di palco, si aggira sul palco con un indicazione per tutti, nella sua ottima veste di direttore d’orchestra itinerante.
C’è “Sroco”, poi arriva il momento dell’argentino Roberto Lagoa che tra flauti, momenti di scherzi e sfide all’ultimo fiato con il sax di Sepe allestisce una divertente performance che confluisce in “Tu t’ ‘e ‘iettà”, pezzo di Shaone, con delle splendide incursioni di fiati. Intanto scambi di microfono tra nazionalità, una palla al balzo che si succede con naturalezza tanto da non avvertire il cambio di lingua e sentirsi naturalmente parte di questa commistione di parole.
La musica latina continua ripescando dal repertorio del cantautorato cubano i ritmi speziati di “Bilongo” (Guillermo Rodriguez Fiffe), poi ancora “Milonga de mis amores”, “Te recuerdo Amanda” (Victor Jara). Canzoni impegnate, d’autore, fortemente latine e popolari di tutto il mondo tra cui va a ripescare anche “Campagna” degli storici Napoli Centrale affidata alla vocalità di un non troppo allegro Marzouk Mejiri. Ma oltre a questo ci sono altri pezzi che si trascina dal suo ultimo disco Fessbuk (2010) come “Histoire de l’ouvrier”, “Η χηρα (La vedova)” affidata all’incontenibile Auli Kokko.
Suonano per due ore e mezza. Il loro carburante è la bottiglia di rum appoggiata a terra, con quella l’economia mondiale sarà sempre clemente. Ma non ci si può distrarre mai: le due cantanti “saltano addosso” all’assolo di Roberto Schiano, tentando di distrarlo con tecniche non proprio leali. Missione fallita, per fortuna, la professionalità prima di tutto! Sotto il palco vedo persone totalmente prese dalla musica, un pubblico fatto di sorrisi, bimbi ed adulti che saltano, tarantelle, corpi che girano, gonne che svolazzano. Dev’essere stato un bello spettacolo da sopra. In chiusura arriva un ospite inaspettato, ma gradito, il compagno Oreste Scalzone che si lascia andare per qualche lungo minuto in osservazioni sulla società e sul movimento No Tav. Difficile staccarlo dal microfono.
L’arrivederci al prossimo anno, poi, è esattamente come l’inizio del concerto, con un ricordo e un saluto: “Hasta Siempre”.
Daniele Sepe e la Brigada Internazionale:
Daniele Sepe, sax – Italia
Doris Lavin, voce – Cuba
Auli Kokko, voce – Svezia
Paolo Romano Shaone, voce – Italia
Florin Barbu, chitarra e voce – Romania
Peter Di Girolamo, tastiere – Italia
Marcello Giannini, chitarra elettrica – Italia
Roberto Schiano, trombone – Italia
Roberto Lagoa, percussioni e voce – Argentina
Salvatore Brancaccio, basso elettrico – Italia
Daniele Chiantese, batteria – Italia
Marzouk Mejiri, percussioni e voce – Tunisia
Raffaele Di Fenza, percussioni – Italia
Emiliana Pistillo
Foto di Davide Di Santo
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