Meet Design: una storia italiana
[DESIGN]
ROMA- Il gruppo RCS – Rizzoli Corriere della Sera porta nell’autunno romano una novità destinata a farsi largo tra i mille appuntamenti dell’offerta culturale Made in Rome. Dal 16 settembre ha aperto i battenti Meet Design, l’esposizione-evento dedicato al design d’autore che, per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia, celebra e riscopre l’eccellenza italiana del settore fino al 12 ottobre.
Avete capito bene: non siamo a Milano, impegnata nei preparativi del Milano Design Weekend, ma proprio a Roma all’interno di uno dei complessi monumentali dell’antichità meglio conservati, i Mercati di Traiano. Ci tiene a sottolinearlo l’Assessore alle Politiche Culturali Dino Gasperini che ha presenziato alla conferenza stampa di presentazione. La città è fiera di accogliere una mostra come questa, che racconta la qualità del design italiano esaltandola all’interno di uno spazio che altre città non hanno, e qui forse la rivalità con l’altra capitale d’Italia quella più moderna della finanza e della moda, si fa palese. A parte le polemiche di qualcuno, però, quello che ci interessa è che evidentemente ha iniziato a fare proseliti l’idea che la bellezza e l’arte non appartengono solo al passato remoto. Inoltre, il design ha rivoluzionato l’ottica dell’arte lontana dalla vita quotidiana, perché progetta un bello funzionale e utilizzabile.
Meet Design è un evento contenitore, all’interno del quale sono presenti progetti e momenti diversi. Design una storia italiana è la mostra organizzata in otto sezioni crono-tipologiche, cioè sezioni separate dedicate ai diversi oggetti d’arredo –poltrone, sedie, lampade, specchi, bicchieri, vasi, posate, sanitari– che si susseguono in rigoroso ordine cronologico dalla fine degli anni ’40 ad oggi.
In questo modo, spiega il curatore Marco Romanelli, viene visualizzata istantaneamente la linea del tempo. Meet Talents è la finestra per i giovani progettisti chiamati a realizzare oggetti d’arredo ispirati ai motori di Mercedes-Benz, main sponsor dell’evento, mentre Meet People è il palinsesto di incontri e dibattiti tematici.
Ci siamo “tuffati” nella mostra in anteprima accolti da invitanti poltrone. Partiamo dalle forme più avvolgenti dei primi anni ’50 con pezzi come la Lady by Marco Zanuso o una più lineare Distex del maestro Gio Ponti, per arrivare alla tondeggiante ed essenziale Catilina di Dominioni che anticipa formalmente gli anni ’60.
L’eccentricità fa la sua comparsa con Blow di Johnathan De Pas – D’Urbino – Lomazzi, gonfiabile in materiale plastico di PVC completa di pompa da canotto. Che dire, un’antesignana dello spirito nomade e democratico. La sala dedicata alle lampade comprende sia quelle tecniche come il cult Spider a firma Joe Colombo, sia quelle da tavolo tra le quali spicca la vezzosa 597 di Frattini con una delicata frangia di seta. I bicchieri rappresentano un momento interessante per la riflessione che offrono sia come oggetti in cui l’utilizzabilità è preponderante su qualunque discorso stilistico/formale, sia come materiali. I progettisti hanno sempre dovuto ancorarsi fortemente alla realtà per il primo motivo, arrivando magari a sperimentare più sul materiale che sulle forme. La linea Cheap Murano (2008) di Massimiliano Adami esemplifica perfettamente e con ironia il concetto: un set di bicchieri e calici ricavati da bottiglie in pet.
Passando per gli specchi, i vasi, e le sedie, e arrivando allo spazio dei sanitari per il bagno abbiamo l’illuminazione di come anche questi oggetti, forse considerati quasi anonimi, si siano modificati nel tempo rispecchiando il cambiamento del concetto di bagno, da ambiente di servizio alla stanza per la cura del corpo con tutti i diritti di essere vissuta. Così dalle primissime forme classicheggianti e massicce, si giunge ad una più decisa geometrizzazione, fino a concepire una complessità formale analoga agli arredi per il soggiorno.
Grazie al design, in fin dei conti, leggiamo il cambiamento della società e lasciamo il segno che qualcuno leggerà come testimonianza della nostra vita di tutti i giorni.
Francesca Paolini
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