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Su il sipario: Max Gazzè ad Ostia Antica

Foto di Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini

ROMA- Dalla Basilicata “Coast to Coast” ai Teatri del Bel Paese in un viaggio tra poesia, sardonica ironia e tanta voglia di cantare i sentimenti. Così Max Gazzè rilancia il suo Quindi? Tour e Il Teatro Romano di Ostia Antica è tappa obbligata.

Lui, Romano de Roma, nativo di quella “Scuola Romana” tanto amata, odiata, il 1 agosto accoglie il pubblico di casa in una serata che fa presto dimenticare le piogge battenti del 19 luglio scorso.  
Il viaggio è sempre foriero di cambiamenti di stati d’animo che evolvono. E il viaggio in musica di Gazzè, è accompagnato da un disco nuovo, intriso delle consuete sonorità, ma con un pizzico di “inglesitudine” in più. Assioma che dimostra 20110801-DSC_4773_copycome l’artista è certamente poliedrico – fu anche attore per due volte – e che si lascia influenzare, da mescolanze elettroniche, e come spugna porosa, assorbe segnali provenienti d’Oltremanica. Il nostro Ulisse tra le sirene, un Cristoforo Colombo delle quattro corde che porta la sua musica per far sognare e venire voglia di perdersi tra emozioni a volte oniriche, a volte tattili, ma sempre cariche di suggestione.

Assunto che il Quindi? rappresentato in teatro, racconta la voglia di fare musica sprigionando emozioni nell’intimità del palcoscenico e delle quinte, libera il desiderio di parlare dei sentimenti di fronte ai piccoli e grandi avvenimenti della vita, delle scoperte quotidiane, del disincanto e della rinascita. Un vero e proprio percorso in note tra quesiti filosofici e questioni di scienza. Momenti di musica intima, spontanea. Max suona in scaletta alcuni cavalli di battaglia, da “Una musica può fare” a “La favola di Adamo ed Eva”. Una corda del basso fa i capricci e lo invita a peculiari contorsionismi per tenere il tempo e cambiare strumento. Il piglio elettrico è ormai di uso comune e sfreccia via sui nuovi singoli di grande impatto, come “Il Drago che ti adora” e “Mentre Dormi”.
“Belli Capelli!”, così urlano i fan dalle gradinate; e Bellicapelli scivola sulla quattro corde descrivendo a matita, un DNA del suo settimo capitolo che ancora nasconde qualche idea di sperimentazione. Dare vita a un vero e proprio percorso in note ed è ancora “Il solito sesso” che rievoca incisioni tra le più riuscite.
E verso il calare della notte sul palco è Federico Zampaglione ad accostare la timbrica e a scaldare ancora una volta il pubblico. Accompagna Gazzè ne “La favola di Adamo ed Eva” scivolando nel Rag di “Get up Stand up” e nell’omaggio al maestro Sting (di recente visto in quel della Capitale), con “Walking on the moon”. Si chiude con un brano dei Tiromancino. Zampaglione imbraccia una chitarra e grida il suo “Amore impossibile”.
Il Teatro Romano, sito archeologico di prelibata sostanza, lascia defluire il pubblico, tanta polvere sotto i piedi, ma non sulle mani, liberate da molti, fragorosi applausi per l’artista romano.

Line-Up:
Max Gazzè, basso & voce
Cristiano MIcalizzi,  batteria
Giorgio Baldi, chitarra
Clemente Ferrari,  piano & synth
ft. Federico Zampaglione

Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini

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