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13 Assassini, regia di T. Miike

13-Assassini-miike

13-Assassini-miikeIl samurai Shimada Shinzaemon riceve il segreto incarico di assassinare il sadico fratello del precedente shogun, Naritsugu, per il bene e la sicurezza dell’intera nazione. Nella sua disperata impresa lo seguiranno 13 degli ultimi autentici samurai del Giappone; una disperata missione suicida per un fine patriotticamente ed eticamente assai più grande: il massacro totale.

La pellicola di Takashi Miike non parte affatto male e seduce con le sue atmosfere intriganti. Nello stile cupo, freddo e macabro della narrazione si riconosce lo spirito cruento di celebri manga giapponesi di cappa e spada come Berserk o Vagabond. L’era, l’etichetta, le usanze ed il valore stesso della vita, nel medioevo, erano cose assai diverse da come le si intende oggigiorno nella modernità, e tutto questo traspare perfettamente dall’incipit e dalla parte iniziale del film, interessando e scuotendo l’animo dello spettatore. Ma la sceneggiatura tende a lasciarsi andare a stilemi narrativi d’impronta un po’ troppo orientale e di natura fiabesca; verso la conclusione, inoltre, il film si abbandona ad un auto-compiacimento goliardicamente filo-statunitense (basti pensare al legittimo collegamento con l’abbastanza recente pellicola di Snyder ispirata alla graphic novel di Frank Miller: 300).
Accadono infatti cose assolutamente poco credibili in termini di milizia e di guerra, nel senso più ampio del termine (i 13 samurai fronteggiano le 130 guardie imperiali rinunciando alla copertura con l’arco dai tetti, sparpagliandosi tra i vicoli di un villaggio di montagna… bah!).
La mano del rodatissimo Miike sembrava assai più presente nella trasposizione della serie a cartoni di Yattaman, rispetto a quest’opera storica definita, forse troppo semplicisticamente, ai livelli di Kurosawa.

Vi assicuro che a differenza dei film del Maestro non riuscirete a distinguere, nonostante il colore e l’avanzata definizione odierna, i personaggi gli uni dagli altri, totalmente sprovvisti come sono di un profilo psicologico individuale, di un background o di una qualsivoglia caratterizzazione (tranne due, che su 13 pesa parecchio).
Osannato da pubblico e critica sulla carta, il film è durato pochissimo tempo nelle sale e negli esercizi italiani, finendo tragicamente rilegato nelle bettole dei sobborghi. Solidarietà disinteressata?

Luca Vecchi

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